La Nuova Sardegna

Cagliari

Coltivazioni di cannabis nei terreni industriali inquinati del Sulcis, via al progetto

Piante di cannabis in un'immagine d'archivio
Piante di cannabis in un'immagine d'archivio

L'agenzia regionale Agris è pronta alla sperimentazione, molte aziende hanno già dato la loro disponibilità. La soddisfazione di Luca Pizzuto (Sel)

09 febbraio 2017
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CAGLIARI. Coltivazioni di canapa nei terreni inquinati delle aree industriali del Sulcis-Iglesiente. Prende il via, a due anni dall'approvazione, il progetto pevisto da uno specifico emendamento alla legge finanziaria regionale. L’agenzia regionale Agris, alla quale l’assessorato all’Agricoltura ha affidato la predisposizione del progetto e lo studio di fattibilità, è pronta alla sperimentazione.

Lo ha annunciato oggi 9 febbraio in una conferenza stampa il consigliere regionale di Sel Luca Pizzuto, primo firmatario dell’emendamento. «È un opportunità straordinaria per il territorio - ha detto Pizzuto - l’iniziativa ha un duplice obiettivo: bonificare i terreni inquinati, grazie alle proprietà decontaminante della canapa, e riavviare una filiera produttiva in aree industriali molto inquinate».

La sperimentazione, che si avvale della collaborazione dell’Università di Sassari e di Sardegna Ricerche, avrà una durata triennale e riguarderà una decina di siti di studio. Il budget annuale a disposizione di Agris è di 150mila euro. Gli agricoltori che aderiranno all’iniziativa avranno un indennizzo di 1500 euro a ettaro.

Verranno messi a dimora semi di «cannabis sativa», una varietà di canapa con il principio attivo (Thc) depotenziato (0,6%), diversa da quelle con effetti psicoattivi, come la marijuana, che variano dal 7 al 27%. «È una pianta - ha spiegato il responsabile del progetto Gian Luca Carboni - che ha 25 mila diversi tipi di utilizzo (fibre naturali, materiali per la bioedilizia, prodotti alimentari, biocarburanti, lubrificanti industriali, carta ecc.) e, allo stesso tempo, rappresenta un’opportunità unica per aree ormai compromesse come quelle del Sulcis  la sperimentazione servirà a testare la sua capacità di assorbire dal terreno sostanze altamente inquinanti come i metalli pesanti e il grado di accumulo delle stesse da parte della pianta. In questo momento l’interesse maggiore è rappresentato dalla produzioni di seme destinato ad altre coltivazioni o alla produzione di olio».

Questo tipo di coltura che sta assumendo sempre più valore a livello mondiale. In Europa sono 30mila gli ettari coltivati, il 50% dei quali in Francia.

«Altre regioni d’Italia, come la Puglia, hanno deciso di seguire questa strada - ha sottolineato il direttore di Agris Roberto Zurru - Che il progetto sia valido lo dimostrano anche diverse manifestazioni di interesse arrivate da aziende che operano nel Sulcis pronte a sposare l’iniziativa».

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