Cagliari, docenti in piazza con le valigie: "Noi deportati"
Sono numerosi gli insegnanti che il primo settembre dovranno lasciare la Sardegna soprattutto per il nord d'Italia
CAGLIARi. «Deportati». Lo hanno scritto, emblematicamente sulla valigie schierate davanti all'Ufficio scolastico regionale (Usr) di piazza Galilei a Cagliari, gli insegnanti in sit-in che, senza una indicazione contraria, l'1 settembre saranno costretti a prendere servizio lontano dalla Sardegna, soprattutto nel nord Italia, o comunque lontani da casa: sono tanti anche i docenti destinati fuori provincia che, se le cose non dovessero cambiare, sarebbero costretti a sobbarcarsi anche 400 chilometri (andata e ritorno) al giorno per raggiungere il posto di lavoro.
La soluzione? C'è, dicono maestri e prof. È quella dell'anno scorso con l'assegnazione per il sostegno affidata ai non specializzati. Il problema? Da quest'anno, queste le direttive del ministero, questa strada non è più percorribile. Ma, protestano i docenti, il rischio è che i conti non tornino: gli insegnanti specializzati non basterebbero a coprire tutti i posti di sostegno.
Questa mattina, presenti anche diversi sindacati e la storica sigla della Valigie, gli insegnanti in piazza erano circa un centinaio. Si è svolto negli uffici anche un incontro fra i rappresentanti dei lavoratori e i vertici dell'Usr per capire se ci sono spiragli per sbloccare la situazione prima di settembre ed evitare le partenze.
Nel pomeriggio la battaglia si trasferisce a Villa Devoto: previsto un incontro alle 15:30 fra sindacati e una delegazione di docenti e presidente della Regione, Francesco Pigliaru. «I trasferimenti? - tuonano i Cobas - impossibili economicamente».