La Nuova Sardegna

Cagliari

"Raptus" alla Vetreria: Rossella Dassu recita il femminicidio

"Raptus" alla Vetreria: Rossella Dassu recita il femminicidio

La pièce sfata il luogo comune del "troppo amore che uccide". A seguire la giornalista Roberta Celot, vice presidente di Giulia Giornaliste Sardegna, conduce il dibattito nell'occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

24 novembre 2017
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CAGLIARI. «Uccise perché donne»: per il regista Alessandro Lay sono le moderne vittime del «Raptus», tema e titolo dello spettacolo in scena non casualmente da oggi 24 novembre a domenica 26 sul palco de La Vetreria di Pirri-Cagliari, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Scritto e interpretato da Rossella Dassu, è inserito nella stagione del Cada Die Teatro. Lo spettacolo parte dal mito per raccontare quell'attimo di momentanea follia che conduce a gesti estremi. «Raptus smentisce il luogo comune mistificante del 'troppo amore che uccide" - spiega Alessandro Lay - una forma di giustificazione collettiva che esplode sotto forma di aggressione, violenza. Femminicidio».

Dopo il debutto nazionale di oggi 24 novembre alle 21, « Raptus - dal mito greco al Femminicidio» sarà replicato il 25, stesso orario, e il 26 alle 18.

La serata di domenica prosegue con un dibattito che mette a confronto esperte sulle tematiche di genere coordinato da Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna e vice presidente dell'associazione Giulia Sardegna.

Cosa "autorizza" l'azione violenta nei confronti della donna? Quali le possibili strategie per porre fine a questa emergenza? Su questi e altri quesiti si confronteranno l'attrice Rossella Dassu, Bruna Biondo, presidente di Snoq Cagliari, Luisa Marilotti, esperta di parità e discriminazioni, Anna Rita Oppo, femminista, Elena Secci, commissione regionale Pari opportunità, Emanuela Senes, operatrice dei Centri antiviolenza.

«Un uomo può sentirsi autorizzato a uccidere le donne perché le ritiene ancora una sua proprietà - sottolinea il regista - lo dicono in modo evidente i numeri. Il linguaggio è un'arma servita a costruire l'attuale immaginario di un mondo totalmente declinato al maschile».

Lo spettacolo porta in un ipotetico tribunale quattro casi esemplari presentati dal coro, in cui il raptus conduce alla tragedia mettendo di fronte vittime e carnefici affinché ciascuno esponga le proprie ragioni. Al pubblico il compito di giudicare, o meglio, comprendere. (Ansa/Maria Grazia Marilotti)

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