La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, arrestati i rapinatori del gioielliere

Recuperata una parte del bottino della rapina messa a segno lo scorso 24 settembre in piazza del Carmine

29 ottobre 2019
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CAGLIARI. A organizzare la rapina era stata la persona che gli avrebbe dovuto trovare clienti per la vendita di una partita di pietre preziose: 21 diamanti grezzi per un valore di 800mila euro, che una volta lavorati avrebbero raddoppiato la cifra d’origine. A poco più di un mese dal fatto, la squadra mobile della questura di Cagliari ha chiuso il cerchio delle indagini. In due sono finiti in manette, fermati all’aeroporto di Elmas mentre partivano alla volta di Valenza Po, in provincia di Alessandria, dove erano attesi da un acquirente di una parte dei preziosi bottino della rapina avvenuta all’alba del 24 settembre scorso vicino a piazza del Carmine a Cagliari, vittima il commerciante Sergio Piscedda, 61 anni di Capoterra ma residente in città, proprio nella piazza luogo del colpo compiuto da tre malviventi armati e mascherati, di cui uno faceva il palo al posto di guida di un’autovettura.

In manette, a seguito delle indagini condotte dalla squadra mobile diretta dal dirigente Roberto Pittito e dalla 4^ sezione “reati contro il patrimonio” guidata da Michele Mecca, sono finiti Roberto Perra, 48 anni, di Cagliari, e Antonio Orrù, 45 anni di Jerzu. Altri tre complici sono in via di indviduazione. Secondo gli investigatori, Perra sarebbe l’organizzatore e il mandante della rapina, mentre Orrù, suo primo referente, avrebbe preso parte attiva al colpo. Stando alla ricostruzioni dei fatti – esposte in conferenza stampa dai dirigenti Pittito e Mecca, elogiati pubblicamente dal questore Pierluigi D’Angelo per il risultato ottenuto in breve tempo -, prima dell'aggressione, il commerciante di preziosi di Capoterra avrebbe contattato Roberto Perra, personaggio con precedenti per fatti di droga, per trovare acquirenti a una partita di diamanti grezzi.

L’interpellato ha però fiutato un affare colossale e ha fatto credere al venditore di avergli trovato un cliente, mentre invece stava organizzando una rapina ai suoi danni, poi messa a segno all’alba dei 24 settembre. Per trattare l’affare, Perra gli aveva organizzato un incontro all’insolita ore delle 6 del mattino in via Crispi, attigua a piazza del Carmine, alla presenza anche di una gemmologa che avrebbe dovuto verificare la genuinità dei preziosi. Invece in realtà non esisteva alcun acquirente e neppure l'esperta di diamanti Dopo la rapina, la Mobile ha subito concentrato l'attenzione su Perra, troppe cose suonavano male alle orecchie degli investigatori. Il finto procacciatore d’affari è caduto più volte in contraddizione. In più aveva frequentazioni che hanno fatto pensare che avesse avuto un ruolo nella rapina. Dalle indagini sono emersi collegamenti con Orrù, che a sua volta aveva cercato potenziali compratori dei diamanti a prezzi molto convenienti.

I due sono stati controllati e intercettai telefonicamente fino a quando, la scorsa domenica sera, hanno deciso di partire alla volta di Valenza Po: avrebbero dovuto portare una parte dei diamanti bottino della rapina a un acquirente. Ma all’aeroporto di Elmas sono stati bloccati dai poli-ziotti e arrestati su ordine di carcerazione del pm Pilia. Dopo il fermo sono scattate le perquisizioni e a Orrù sono stati stati trovati in una custodia per collier quattro dei diamanti grezzi che facevano parte della partita di 21 preziosi rapinati a Sergio Piscedda. Nella successiva perquisizione domiciliare a Jerzu in casa di Orrù è stata trovata un’ autovettura Renault Clio corrispondente all’auto utilizzata durante le fasi della rapina. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari continuano al fine di identificare i restanti tre componenti della banda.

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