La Nuova Sardegna

Cagliari

Donna stuprata a Cagliari, arrestato il complice del violentatore

Donna stuprata a Cagliari, arrestato il complice del violentatore

18 febbraio 2020
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CAGLIARI. Rintracciato e arrestato il complice del senegalese che nella notte fra il 19 e 20 gennaio scorso aveva aggredito, violentata, legata, imbavagliata e infine rapinata, una prostituta colombiana 50enne all’interno della sua abitazione. Lo stupratore, Abou Swow, 32 anni, era astato arrestato dai carabinieri della compagnia di Cagliari dopo brevi indagini e aveva ammesso le sue colpe sostenendo di avere agito sotto l’effetto della cocaina. L’amico che era con lui, e che comunque avrebbe avuto un ruolo secondario non partecipando alla violenza sessuale, era riuscito a farla franca rendendosi irreperibile, ma l’altro ieri è stato rintracciato e arrestato. Anche lui è senegalese e ha 26 anni, provvisto di regolare permesso di soggiorno. E’ accusato di concorso in rapina e se-questro di persona.

Il gravissimo episodio di violenza era avvenuto nella notte fra il 19 e il 20 gennaio scorso in un appartamento del Corso Vittorio Emanuele dove la donna – come avevano accertato i carabinieri - si prostituiva e riceveva i suoi clienti. Conosceva Abou Sow perché in precedenza lo aveva incontrato almeno tre volte. L'uomo l'aveva chiamata, fissando l'appuntamento per le 2.30 della notte, e si era presentato con un amico. Appena aperta la porta, il senegalese 32enne aveva puntato un coltello alla gola della donna, spingendola dentro casa. I due l'avevano poi picchiata brutalmente e le avevano preso da un borsellino 300 euro. Poi lo stupro da parte di Abou Sow, sempre sotto la minaccia del coltello. Quindi la fuga dei due, non prima di aver legato la vittima con del nastro adesivo. La 50enne era riuscita a liberarsi e correre in strada, seminuda e piena di lividi, in cerca di aiuto. Era stata poi soccorsa in piazza Yenne da un tassista che aveva poi provveduto a chiamare il 112 e il 118. La poveretta aveva avuto una prognosi di trenta giorni. I carabinieri riuscirono in pochi giorni a individuare gli aggressori, grazie anche alle immagini di un sistema di videosorveglianza di una attività commerciale vicina all’abitazione della vittima. In particolare era stato riconosciuto Abou Sow, già noto alle forze di polizia, al quale è stato anche trovato nell’abitazione anche il vestiario indossato al momento dell’aggressione e ben visibili nel video finito nelle mani degli investigatori. Poi, però, è stato lui stesso ad ammettere le sue colpe. (luciano onnis)

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