La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, prostitute senza lavoro: la Caritas le aiuta

di Stefano Ambu
Cagliari, prostitute senza lavoro: la Caritas le aiuta

Deserte le vie del sesso a pagamento: troppi rischi e paura delle sanzioni

04 aprile 2020
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CAGLIARI. Tutti a casa, anche le prostitute. Almeno quelle che lavoravano in strada. Le tradizionali vie del sesso a pagamento a Cagliari si sono svuotate quasi subito: troppi rischi. Per la salute, innanzitutto. Ma anche per le eventuali sanzioni legate alla richiesta di autocertificazioni da parte delle forze dell'ordine. Spariti anche i clienti. Anche in questo caso per due ragioni: paura del Covid19 e delle multe. Niente "lavoro". E niente soldi, nemmeno per mangiare.

Ed è stato inevitabile: la macchina della solidarietà si è accesa anche per le prostitute. Il Vangelo d'altra parte parla chiaro. E la Caritas a Cagliari sta pensando ogni giorno anche a loro. «Diamo una mano a tutte le persone – conferma il responsabile don Marco Lai – in difficoltà che improvvisamente si sono ritrovate senza denaro per provvedere al loro sostentamento».

Lavoratori in nero o a giornata che da un giorno all'altro hanno perso l'occasione per racimolare dieci, venti o trenta euro per portare a casa pranzo e cena, mendicanti, abusivi.

E prostitute. Anche per loro ci sono i pacchi spesa riservati a tutte le persone in difficoltà. Donati con il massimo tatto e rispetto della privacy.

Nei primi giorni dei divieti le prostitute a Cagliari erano ancora in strada. Ma era solo questione di tempo. E, per sottolineare che tutti erano a casa tranne loro, c'è stato anche un esposto al prefetto di Cagliari da parte degli ambientalisti di Sardegna pulita.

Non una mossa "bacchettona", ma una richiesta in nome della salute pubblica. Gli ecologisti in quei giorni stavano conducendo anche una battaglia contro gli assembramenti vietati dalla legge puntando il dito ad esempio sul mercatino di viale Trento. Calo degli affari e paura dei controlli, non si sa. Fatto sta che le prostitute presto sono sparite. Non risultano nemmeno, da parte delle forze dell'ordine, verbali o sanzioni comminati in zone sospette per il mancato rispetto dei divieti di uscire imposti da Roma.

Insomma, non ci sono più. Sbagliato pensare che il coronavirus abbia cancellato, insieme a innocenti baci e abbracci, anche gli amplessi a pagamento. Basta dare un'occhiata ai siti di incontri sul web. C'è la solita offerta di prestazioni di tutti i tipi: messaggi e immagini che non lasciano spazi a dubbi. C'è però chi si è presa una pausa. La proposta c'è ed è esplicita, con tanto di preferenza per gli uomini sposati. Ma non c'è disponibilità immediata.

L'appuntamento è rimandato: "passata l'emergenza, quando potrò tornare dall'estetista". La sede dell'incontro? A casa. Nelle proposte è ben specificato il quartiere. E ci sono offerte un po' per tutti i rioni delle città e dell'hinterland.

Tra le inserzioni anche un invito a non cedere alla tentazione in nome della battaglia contro il coronavirus: «Perché rischiare? – si legge – state a casa».

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