La Nuova Sardegna

Cagliari

Fase 2, via ai test sierologici nel carcere di Uta

Fase 2, via ai test sierologici nel carcere di Uta

Caligaris: "L'iniziativa servirà a tranquillazzare le persone recluse e i loro familiari"

08 maggio 2020
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CAGLIARI. È iniziata anche nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta la verifica sulle condizioni di salute dei detenuti. Circa 230 test sierologici sono stati eseguiti su le donne e gli uomini detenuti per verificare se qualcuno di loro è venuto in contatto con il coronavirus. Il progetto, avviato lunedì 4 maggio proseguirà per tutta la settimana e presumibilmente si concluderà martedì prossimo per l'elevato numero di persone interessate. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, ex consigliera regionale esponente dell'associazione «Socialismo Diritti Riforme» esprimendo soddisfazione per l'iniziativa. «Servirà - ha detto - per tranquillizzare non solo i detenuti e i loro familiari, ma anche gli operatori della struttura detentiva che in questi ultimi due mesi sono stati sottoposti a un forte stress dovendo ottemperare alle diverse esigenze lavorative e personali».

«Il programma di screening - ha affermato Luciano Fei, responsabile dal mese di aprile dell'area sanitaria della Casa Circondariale - è stato fortemente voluto dal Commissario straordinario dell'ATS, Giorgio Carlo Steri per individuare e ricercare gli eventuali anticorpi anticovid19 nelle persone. Qualora dovesse riscontrarsi un esito positivo, si procederà invece con il vero e proprio tampone nasofaringeo. In questo caso la persona dovrà restare in isolamento finché non sarà chiarita l'eventuale positività al virus. La struttura sta operando con tutte le precauzioni del caso. Ciascun detenuto dispone delle protezioni individuali come del resto i Sanitari impegnati nello screening. Il test rapido verrà poi esteso anche agli Agenti della Polizia Penitenziaria».

«L'iniziativa dell'Ats - ha sottolineato Marco Porcu, direttore della Casa Circondariale - è stata accolta positivamente dall'Istituto che finora non ha riscontrato nessun caso di Covid19. La decisione di chiudere gli accessi e di garantire i colloqui con i familiari attraverso le videochiamate è risultato finora la migliore strategia. Adesso aspettiamo le decisioni del Governo e del Ministero della Giustizia sulla riapertura dei colloqui». (Ansa).

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