La Nuova Sardegna

Cagliari

Emanuela Loi: "Poliziotta come mia zia, una vittoria anche per lei"

Silvia Sanna
Emanuela Loi con la foto di sua zia, uccisa nella strage di via D'Amelio 28 anni fa
Emanuela Loi con la foto di sua zia, uccisa nella strage di via D'Amelio 28 anni fa

La nipote dell'agente sarda uccisa con Paolo Borsellino 28 anni fa: "Non vedo l'ora di indossare la divisa.  Voglio portare avanti la sua missione"

19 luglio 2020
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Ci sono persone che nascono con il destino già scritto nel dna e lei sente di essere una di queste. Per il nome che porta e per quella curiosità che sin da piccola la spingeva a fare domande e a guardare le fotografie di quel viso sorridente che illuminava la sua casa. Oggi Emanuela si rivede in quella bambina che nel murale fissa l’altra Emanuela Loi, la zia di cui porta il nome, morta a 24 anni nella strage di via D’Amelio a Palermo. Era il 19 luglio del 1992 quando il giudice antimafia Paolo Borsellino morì dilaniato nell’esplosione insieme ai 5 agenti della sua scorta, tra cui la giovanissima Emanuela.

Il murale sarà inaugurato oggi a Sestu, il suo paese, in una cerimonia organizzata a 28 anni da quel giorno di dolore. In prima fila ci sarà come sempre la nipote, che in questi anni non ha mai saltato un evento, un incontro o una inaugurazione in memoria della zia. Ma questa volta sarà diverso. Perché per Emanuela Loi sarà una sorta di passaggio del testimone: anche lei, come la zia uccisa dalla mafia, diventerà una poliziotta. La voce si incrina un po’, le parole sono dosate con attenzione: «Lo faccio anche per lei, voglio continuare il suo lavoro, riprendere il filo che si è interrotto. Il mio sogno di indossare la divisa l’ho ereditato da lei e dal suo coraggio. Questa vittoria è anche sua». Già, perché Emanuela Loi, che oggi ha 28 anni, negli ultimi 12 mesi ha combattuto contro una ingiustizia. E ha vinto.

Il concorso. Nel 2017 Emanuela Loi aveva partecipato al concorso per l’assunzione di 1851 allievi agenti della Polizia di Stato. Lei e altri 454 colleghi erano stati giudicati idonei: Emanuela aveva superato le prove e si era piazzata bene nella graduatoria. La realizzazione del sogno sembrava a un passo. Poi, all’improvviso, mentre tutti gli idonei aspettavano la chiamata per iniziare il corso di formazione, un provvedimento della Lega – al tempo al governo – aveva bloccato tutto. Erano stati cambiati i requisiti di ammissione al concorso: Emanuela Loi e gli altri 454 (a cui si aggiungono altri 439 esclusi per altri motivi) erano stati parcheggiati per il limite dell’età abbassato a 26 anni mentre prima era 30. «Una palese ingiustizia alla quale abbiamo deciso, tutti insieme, di opporci. In questa battaglia siamo stati uniti e alla fine abbiamo vinto».

Decreto rilancio. La svolta è arrivata pochi giorni fa, grazie all’introduzione di un emendamento nel Decreto rilancio del governo Pd-M5s. La prima firmataria è la deputata pentastellata Anna Macina «uno dei tanti politici a cui ci siamo rivolti per chiedere aiuto e che ci avevano assicurato un intervento. La promessa è stata mantenuta». Senza la politica, infatti, i 455 aspiranti poliziotti avrebbero dovuto aspettare il pronunciamento della Corte costituzionale e i tempi si sarebbero notevolmente allungati. E forse qualcuno avrebbe parcheggiato il suo sogno. Non Emanuela: «Ci ho sempre creduto, non ho mai mollato. E non vedo l’ora di iniziare».

Il futuro in divisa. La valigia è pronta, si tratta di capire solo quando partire e per quale destinazione. «Farò il corso di formazione, forse ad Abbasanta, la scuola più vicina. Sono emozionata, onorata di indossare quella divisa che è stata anche di mia zia – dice Emanuela – è un modo di renderle giustizia». Come un filo che non si è mai spezzato, in una storia germogliata sul dolore e alimentata dall’amore e dalla passione.

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