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Centenari

Nurallao in festa per i 101 anni di tziu Peppe Demurtas

di Giancarlo Bulla
Nurallao in festa per i 101 anni di tziu Peppe Demurtas

«Non esistono segreti. Ho sempre vissuto con serenità e ho pensato positivo»

06 agosto 2023
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Nurallao Giuseppe Demurtas (tziu Peppe) ha spento 101 candeline. «Ringrazio il buon Dio, creatore dell’universo – ha detto – per avermi consentito, nonostante le traversie vissute, di raggiungere questo ambizioso traguardo». L’ultracentenario, terzogenito dei cinque figli (una femmina e quattro maschi) di Giovanna Defigus, casalinga, originaria di Sorgono, e Antonio, prima carbonaro e successivamente fattore e guardia campestre a servizio del grande latifondista Vincenzo Arangino di Aritzo, è nato a Tonara il 22 luglio 1922, di sabato, nel rione “Arasulè”. Ha frequentato le 5 classi della scuola elementare e ha conseguito la licenza. Ha incominciato a lavorare da quando aveva 12 anni. «Ho aiutato mio padre a fare il carbone. Un lavoro molto faticoso che tuttavia mi piaceva. Successivamente ho fatto il contadino. Coltivavo grano e legumi, (ceci, lenticchie, fagioli e fave».

L’ultracentenario, nel 1941, mentre era in corso la seconda guerra mondiale, è stato chiamato ad adempiere il servizio militare di leva. «Dopo aver svolto un breve periodo di addestramento ad Alghero, nella regia aeronautica – racconta – sono stato aggregato alla prima compagnia del 59 reggimento fanteria Calabria. Dopo l’armistizio di Cassibile, settembre 1943, la nostra compagnia, in mancanza di ordini precisi, non sapeva cosa fare ed era, pertanto, allo sbando. Abbiamo patito la fame. Siamo sopravvissuti grazie al buon cuore dei civili mossi a compassione. Non disponendo di mezzi di trasporto siamo stati costretti per spostarci a fare delle lunghissime camminate a piedi. Da Tempio, prima a Palau e poi a Sassari. Mentre facevo un turno di guardia notturno sono caduto accidentalmente e mi sono fratturato il braccio destro . Ho usufruito di una breve licenza di convalescenza al termine della quale sono stato richiamato in servizio. Insieme a centinaia di altri commilitoni mi sono imbarcato a bordo di un incrociatore che è salpato dal porto di Cagliari ha raggiunto Napoli».

Attualmente l’ultra centenario, del tutto autosufficiente, vive a Nurallao in vico primo Roma insieme alla moglie ottantasettenne, che purtroppo, da diverso tempo non gode di buona salute, è ai figli Roberto e Amedeo, entrambi celibi. Nonno Peppe, indipendentemente dalle condizioni climatiche, ogni mattina fa una passeggiatina per le vie di Nurallao al termine della quale si siede nella panchina che si trova nei pressi della sua abitazione insieme alle altre due memorie storiche del paese del Sarcidano: Danilo Atzeni centenne e Antonino Pintus novantottenne. «Nurallao rispetto a quando ero giovane è molto cambiato. Allora c’erano tante opportunità di lavoro che purtroppo sono scomparse. Ricordo floride attività artigianali che fabbricavano tegole, mattoni, calce idrata, estraevano argilla e facevano carbone. Si coltivava il grano duro dal quale si ricavava una ottima farina e un pane fragrante». Per il centunesimo compleanno i figli gli hanno organizzato una bellissima festa alla quale ha partecipato anche la sorella Maria novantunenne, i 3 nipoti (tutti maschi) e i 3 pronipoti (tutte femmine), amici e conoscenti. La sindaca di Nurallao Rita Aida Porru gli ha esternato gli auguri a nome di tutta la comunità nurallaese. Tziu Peppe qual è il segreto della longevità? «Non esistono segreti. Ho sempre vissuto con serenità e ho pensato positivo».

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