La Nuova Sardegna

Cagliari

Sanità

Patologie della tiroide, in Sardegna tumori maligni in crescita

Patologie della tiroide, in Sardegna tumori maligni in crescita

Oltre 600 interventi chirurgici all’anno, 300 con diagnosi non benigna. La metà sono eseguiti al policlinico Casula

23 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Cagliari Oltre 600 interventi chirurgici di tiroidectomia in Sardegna, 250-300 casi con diagnosi di malignità. La metà vengono operati al policlinico Duilio Casula. Ogni anno sono oltre 5mila le visite effettuate negli ambulatori del Casula per queste patologie che colpiscono il 15% delle donne e il 5% degli uomini e hanno un trend in crescita. «L'isola, per motivi geografici e genetici, presenta un’elevata prevalenza delle malattie tiroidee, superiore alle percentuali nazionali»  spiega Francesco Boi, direttore dell’Endocrinologia del Policlinico Duilio Casula.

In Italia, sono circa 6 milioni le persone affette da patologie della tiroide, principalmente malattie croniche ma curabili, se correttamente diagnosticate e trattate. Ogni anno, si eseguono oltre 30mila tiroidectomie, di cui oltre 10mila con diagnosi di malignità. Quando la tiroide produce troppi ormoni tiroidei, si manifesta una condizione chiamata ipertiroidismo, che causa sintomi quali nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso e battito cardiaco rapido o irregolare. Se invece la tiroide non produce abbastanza ormoni tiroidei, si verifica l'ipotiroidismo, che, se non curato, può causare obesità, dolori articolari, infertilità e malattie cardiache. Secondo il professor Boi, la carenza di iodio è ancora un problema epidemiologico rilevante in diverse aree, tra cui la Sardegna. «Può causare problemi in gravidanza, con ipotiroidismo materno, e nello sviluppo fetale e neonatale con ritardo di crescita e problemi neurologici. In età adulta, può portare a un aumento del volume tiroideo (gozzo) e noduli tiroidei, con una prevalenza di circa il 20%».

Le patologie della tiroide sono varie e includono le tireopatie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedow, che possono causare disfunzioni tiroidee rispettivamente ipotiroidismo e ipertiroidismo, associati a alterazioni morfologiche della tiroide (atrofia, gozzo diffuso o noduli).

I tumori maligni della tiroide sono in aumento, riscontrandosi nel 7-10% dei noduli tiroidei, sia per un reale incremento che per una diagnosi più precoce tramite ecografia ed esame citologico. La chirurgia tiroidea ha fatto grandi progressi ed è sempre più efficace. «Risulta sempre più sicura nei centri ad alto volume, nonostante il rischio di complicanze, seppure basso, permanga –  spiega il professor Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia generale del Policlinico -.  L'uso della tecnologia, il neuromonitoraggio del nervo ricorrente, i dispositivi di emostasi e la fluorescenza per l’individuazione delle paratiroidi rendono l'intervento sempre più sicuro».

Gli interventi chirurgici sono sempre meno invasivi. «L'intervento per noduli piccoli può essere eseguito con tecniche mininvasive e sempre più spesso si riesce a risparmiare una parte della tiroide, rendendo superflua la terapia sostitutiva», sottolinea il professor Calò.

Per alcuni tipi di noduli benigni, oggi l'alternativa è il trattamento percutaneo con radiofrequenze e microonde, evitando l’incisione chirurgica. «In conclusione, si va verso una terapia personalizzata con ottimi risultati e una migliore qualità di vita del paziente». (serena lullia)

In Primo Piano
L’intervista

Mariotti: «Addio alla politica ma il centrodestra a Sassari ha un futuro»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative