Accusa un malore ma il compagno di cella impedisce i soccorsi appiccando un incendio: detenuto a Uta muore dopo due infarti
Il grave fatto denunciato dal sindacato della Uil Pa Polizia penitenziaria
Uta Tragedia nel primo pomeriggio di oggi, 5 agosto, nel carcere mandamentale di Uta dove un detenuto è morto a seguito di due arresti cardiaci avvenuti consecutivamente in circostanze drammatiche: accusato un malore in cella, gli agenti hanno immediatamente contattato il medico di turno ma nel mentre il compagno di cella ha appiccato un incendio che ha reso impossibile l’accesso immediato al locale. I poliziotti penitenziari hanno quindi dovuto spegnere le fiamme ed a fatica sono riusciti a mettere in salvo i quattro detenuti, compresi quello che aveva accusato il malore e quello che aveva appiccato il fuoco. Con l’utilizzo di una barella, il detenuto infartuato è stato quindi trasportato nell’infermeria del carcere, dove pero è deceduto poco dopo a seguito di un secondo arresto cardiaco che è risultato fatale.
A rendere nota la tragedia è il segretario generale regionale della Uil Pa Polizia Penitenziaria Michele Cireddu: «Quello che è avvenuto oggi nel carcere di Uta – afferma il sindacalista - è surreale. Di fatto un detenuto ha impedito, provocando un incendio, che si soccorresse il proprio compagno di camera ed il ritardo causato non ha consentito una tempestiva assistenza medica». L’incendiario rischia di essere perseguito penalmente per omicidio colposo.
Altri momenti di tensione sarebbero avvenuti questi giorni nella casa di reclusione di Uta. «Anche nella sera di ieri 4 agosto – dice Michele Cireddu - ci è stato riferito che in una sezione alcuni detenuti hanno fatto esplodere delle bombolette di gas nei corridoi delle sezioni ed oggi questo dramma del detenuto morto per il ripetersi di malore quando un altro ha impedito i soccorsi. Arrivare addirittura ad impedire un soccorso per un detenuto che aveva urgente bisogno di assistenza medica è di una gravità unica, con un intervento tempestivo probabilmente si poteva salvare».
«Siamo estremamente preoccupati – prosegue il segretario regionale di Uil Polizia penitenziaria - perché il Governo ed il Dipartimento stanno rispondendo alla grave e straordinaria emergenza, a nostro avviso la più, grave degli ultimi 30 anni, con provvedimenti nemmeno ordinari. Nel carcere di Uta ormai gli eventi gravi hanno raggiunto un numero più che allarmante. gli eventi critici che si verificano in questo istituto sono il triplo rispetto al totale di tutti gli altri della Sardegna. In proporzione al numero dei detenuti, detiene il triste primato in tutta Italia».
Anche dal punto di vista delle presenze detentive, si sarebbe raggiunto un allarmante percentuale di sovraffollamento. «Sono più di 150 i detenuti oltre la capienza regolamentare – prosegue Michele Cireddu -. La carenza organica della polizia penitenziaria ha superato le 100 unità dati significativi che continuano ad essere ignorati».