La Nuova Sardegna

Cagliari

L’edizione numero 369

Sant’Efisio 2025, in centomila per la grande processione: fede, tradizione e colori nel cuore della città

di Enrico Gaviano
Sant’Efisio 2025, in centomila per la grande processione: fede, tradizione e colori nel cuore della città

Dal quartiere di Stampace fino a Giorgino, tra traccas, cavalieri, costumi tradizionali e il cocchio dorato: una giornata di devozione che unisce l’isola

3 MINUTI DI LETTURA





Cagliari Una festa di fede e di popolo. Sant’Efisio riunisce sotto il suo nome qualcosa di più di un semplice voto da sciogliere, sia pure con una tradizione che risale al XVII secolo e che è arrivata alla 369a edizione. Lo dimostra la marea di gente che si è riversata nel percorso della processione: da via Sant’Efisio a via Azuni per poi raggiungere il Corso, via Sassari e poi piazza del Carmine, il Largo,  via Roma con il saluto deferente del sindaco e la spettacolare “ramadura”, l’atto di riempire con un tappeto coloratissimo di petali di fiori l’asfalto su cui passa il cocchio del Santo. Poco più in là, in viale La Playa , il lungo corteo colorato e composto da 17 tracas, da 2500 fedeli in costume in rappresentanza di 70 centri isolani, 250 cavalieri, si scioglierà. 

Tutto è iniziato al mattino intorno alle nove con l’arrivo dell’Alter Nos, Marzia Cilloccu, in comune. Lì si è svolta la solenne investitura e la vestizione, prima che il sindaco consegnasse alla emozionatissima rappresentante della municipalità, il Toson d’oro, prezioso gioiello simbolo dei cagliaritani.

Nel frattempo lassù, a Stampace, nella chiesetta a lui dedicata, c’è Sant’Efisio dentro il suo cocchio dorato mentre si susseguono le messe in suo onore sino a quella delle 11, dedicata all’Alter Nos. I costumi sfilano : Cagliari, Teulada, Cabras, Nuoro, gli applauditissimi fedeli di Desulo e Orgosolo, sino al gran finale con Sassari e Tempio. E poi ecco i cavalli, con una sessantina di miliziani con i loro abiti rossi che esplodono sotto il sole. A mezzogiorno in punto le campane della chiesetta di Stampace suonano a festa. Il cocchio con il santo dentro la teca viene attaccato al gioco dei buoi. Anche loro protagonisti. Ogni anno sono diversi e ogni anno hanno dei nomi caratteristici in dialetto campidanese , affibbiato dal “carradori” , il proprietario dei grossi animali. Quest’anno si chiamavano “No t’in d’accattasa” e l’altro “Chi sesi cambiau” cioè uno: Non te ne accorgi” , uno, e “Che sei cambiato” l’altro. Una delle curiosità della processione che ha riunito sotto il cielo di Cagliari almeno centomila persone. 

Poi la festa finisce, e lì da viale La Playa, Sant’Efisio prosegue  il suo cammino lento, senza più i fedeli in costume che lo precedono. Ma seguito da diverse persone che per sciogliere un voto, o semplicemente per devozione, ne seguono il cammino magari solo sino alla prima tappa, a Giorgino dove ci sarà il cambio d’abito e di cocchio, oppure per tutto il percorso. Un pellegrinaggio che tocca anche i comuni di Capoterra (La Maddalena spiaggia), Sarroch, Villa San Pietro, Pula e ultima tappa il 3 maggio Nora, dove avvenne il martirio del Santo. Il 4 il rientro sino all’arrivo a Cagliari quando già il buio è piombato sulla città e i fedeli illuminano il cammino con centinaia di lumini. L’arrivo alla chiesetta di Stampace e lo scioglimento del voto quando il presidente della Confraternita del Gonfalone, associazione custode dei riti del pellegrinaggio, pronuncerà la frase “ad attrus annus mellus”. Cioè l’augurio che negli anni a venire le cose vadano ancora meglio.

Primo piano
Primo maggio

Alessandra Todde: “Il lavoro torni a essere il motore dello sviluppo dell’isola”

Primo maggio

Stintino, La Pelosa presa d'assalto come a Ferragosto

Le nostre iniziative