C’è anche una sarda d’adozione tra i nuovi venerabili proclamati da Papa Leone XIV
La dichiarazione apre a un’eventuale beatificazione
Cagliari C’è anche una sarda d’adozione, suor Teresa Tambelli, tra i quattro religiosi di cui Papa Leone XIV ha ieri autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche. Si tratta della dichiarazione ufficiale di “Venerabiltà” che apre a questa suora figlia di san Vincenzo il cammino - secondo le leggi della Chiesa - verso un’eventuale beatificazione.
In meno di sei anni la causa di beatificazione di questa suora, figlia spirituale e discepola di suor Giuseppina Nicoli - superiora dal 1899 al 1910 dell’orfanatrofio di Sassari e collaboratrice di padre Manzella - ha passato il vaglio delle commissioni storica, teologica e dei cardinali e vescovi, che hanno esaminato centinaia di documenti e 60 testimonianze contenute nella “Positio”, “magna charta” della vita della nuova venerabile.
Suor Teresa Tambelli (Maria Olga il nome di battesimo) nasce a Revere(Mantova) il 17 gennaio 1884. Dopo il diploma magistrale entra tra le Figlie della Carità. A 23 anni, nel 1907, viene trasferita a Cagliari, nella sede dell’Asilo della Marina, che divenne per 57 anni, fino al 23 febbraio 1964, la sua casa, luogo di spiritualità, formazione per centinaia di ragazze, “centrale della carità” per tutti i poveri di Cagliari, maestra e formatrice della seconda generazione dei “Piccioccus de crobi”.
Davanti alla salma della Figlia della carità che aveva “il culto del poveri” – “per lei erano il senso della sua vita” – poche ore dopo la sua morte fu un continuo pellegrinaggio dei beneficati arrivati da tutti quartieri della città. “Una fiaccola di carità si è spenta. Per i poveri, per Dio e le anime avrebbe posto all’incanto - scrisse “Orientamenti” il settimanale della diocesi di Cagliari, diretto da don Tarcisio Pillolla - quanto le sue mani potevano raggiungere. Era aperta a ogni iniziativa di carità, fosse la più difficile e perciò aveva il coraggio di proporla anche ad altri. Ora dorme il sonno dei giusti, ricordata da chi ancora soffre, ma ha gustato il balsamo della sua carità”.