La Nuova Sardegna

I fantasmi dell'affaire Erignac fanno tremare ancora Parigi

Piero Mannironi
I fantasmi dell'affaire Erignac fanno tremare ancora Parigi

Comincia il processo a Yvan Colonna, considerato un'icona del nazionalismo corso. Secondo l'accusa avrebbe ucciso il prefetto a colpi di pistola nel 1998 

22 marzo 2022
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(3 / novembre/ 2005) AJACCIO. Sui muri degli edifici pubblici e sulle pareti di roccia che incombono sulle strette tortuose strade della Corsica sono ricomparse le scritte: «Gloria a te Yvan». L'inizio del processo per l'omicidio del prefetto Claude Erignac ha riattizzato il fuoco di un furore che covava sotto la cenere. Yvan Colonna, nazionalista puro e duro, per l'opinione pubblica francese è l'uomo che, con una freddezza rettile, ha spento la vita del prefetto Claude Erignac, simbolo dell'unità dello Stato, la sera del 6 febbraio del 1998.

Qui in Corsica, invece Yvan Colonna è un'icona del nazionalismo radicale. Poco importa se lui si dichiara innocente. Lo ha fatto durante la sua lunga fuga con una lettera al giornale U Ribombu e lo ha ribadito con forza dal carcere parigino di Fleury Meugerois, dove è finito dopo la cattura, avvenuta nel luglio 2003 vicino a Propriano. Nella galassia nazionalista si sussurra che quello Erignac sarebbe un delitto mafioso camuffato da delitto di Stato. E, per dire la verità, i dubbi ancora oggi sono tanti. Non tutto infatti sembra possa essere spiegato come un omicidio ideato ed eseguito da un gruppuscolo di nazionalisti irriducibili, che non condivideva la linea della trattativa con il governo francese, promossa dagli allora leader del blocco Cuncolta naziunalista-Flnc canal historique Francois Santoni e Jean-Michel Rossi.

Claude Erignac venne ucciso la sera del 6 febbraio 1998 nel cuore di Ajaccio. Il prefetto stava andando a seguire un concerto di musica classica al teatro Kallistè, insieme alla moglie. Due killer a volto scoperto gli si avvicinarono, silenziosi come ombre, e lo freddarono con tre colpi di pistola calibro 9 alla testa. Lasciando però sul luogo del delitto una Beretta con il numero di matricola A-00199. Una firma. La polizia non ci mise molto a scoprire che la pistola era stata rubata a un gendarme, nel corso di un raid contro la caserma di Pietrosella, effettuato da un misterioso commando nazionalista, il 5 settembre 1997. Ma come facevano gli assassini a sapere che Erignac quella sera sarebbe andato a seguire il concerto insieme alla moglie? E poi: perché organizzare un piano tanto rischioso? Uccidere il prefetto era infatti semplicissimo: tutti infatti sapevano che lui, grande sportivo, tutte le mattine percorreva da solo decine di chilometri in bicicletta lungo la strada che porta da Ajaccio al Col di Vizzavona. Per non parlare poi del confuso balletto di rivendicazioni di un fantomatico Gruppo Sampieru e di un'organizzazione senza nome.

Dopo un anno di indagini, la polizia imboccò la cosiddetta "pista agricola" che portava a un gruppo di dissidenti nazionalisti che gravitavano nella zona di Cargese: Alain Ferrandi, Didier Maranelli, Pierre Alessandri, Marcel d'Istria, Martin Ottaviani. Il nome di Colonna venne fatto da Ferrandi che poi ritrattò dicendo di essere stato costretto a confessare dalle sollecitazioni energiche degli agenti della Dnat. Cominciò così la lunga latitanza di Yvan, allora 40 anni, figlio dell'ex deputato socialista Jean-Hugues. Per lunghi periodi si sarebbe nascosto in Sardegna (la ex moglie è sarda): alla Maddalena, a Porto Torres e poi nella zona di San Vito.

Nei primi anni Ottanta Yvan entrò nella Cuncolta naziunalista e, nel 1984, si dice abbia avuto un ruolo attivo in una delle più spettacolari azioni militari della storia del nazionalismo corso: tre militanti (Pierre Albertini, Noel Pantalacci e Pantaleon Alessandri) penetrarono travestiti da gendarmi nel carcere di Ajaccio e, dopo avere sequestrato la guarnigione, interrogarono e "giustiziarono" in cella un boss della mala di Propriano, Jean-Marc Leccia, e l'ex sequestratore sardo Tore Contini. Si dice che l'ex segretario generale del dipartimento dell'Alta Corsica, Pierre Massimi, ex agente dello Sdece (uno dei servizi segreti francesi) avesse orchestrato il sequestro-omicidio del giovane nazionalista Guy Orsoni per carpirgli tutti i segreti dell'Flnc. Leccia e Contini sarebbero stati gli esecutori del rapimento-omicidio di Orsoni. Pierre Massimi venne assassinato qualche mese più tardi.

Quando nel 1989 e nel 1990 si consumarono le due scissioni nell'Flnc, prima con l'epurazione di Pierre Poggioli e poi con il drammatico distacco di Alain Orsoni e Pierre Albertini, Colonna preferì allontanarsi dal movimento, pur conservando la sua posizione di nazionalista radicale. Claude Erignac era un uomo con la schiena dritta, un funzionario integerrimo e coraggioso. Lui era stato l'ispiratore di alcune inchieste che entravano nel ventre oscuro di indicibili collusioni politico-malavitose. Aveva per esempio scoperto l'esistenza di un uso spregiudicato dei fondi della Caisse régionale du Credit Agricole.

Come i dieci milioni di franchi finiti nelle tasche di un alto dirigente dell'ufficio di sviluppo rurale corso o una serie di incomprensibili finanziamenti che andavano a una società, la Fiat Geo Tech, che investiva poi i soldi in Italia. Ma Erignac aveva anche intuito che molte cose non andavano nella dismissione delle vecchie caserme della Gendarmerie. Soprattutto quelle sulle coste. Quest'ultima inchiesta era arrivata a lambire perfino il figlio dell'ex ministro neogollista Charles Pasqua. Insomma, Erignac era un uomo scomodo anche, e soprattutto, per alcuni centri di potere occulto in Corsica e in Francia. Soprattutto per tutti quest motivi oggi l'«affaire Erignac» è ancora una ferita aperta.

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