La Nuova Sardegna

Nuoro

Lanusei, 82enne e malato rifiuta la libertà

Carcere
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La sua abitazione è a pezzi, pronto un posto in una residenza per anziani

28 luglio 2009
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NUORO. «O torno a casa mia oppure resto in prigione». Antonio Dessì non è uno qualunque. Con i suoi 82 anni è il detenuto più vecchio d’Italia. A marzo uscirà dal carcere di Lanusei, quello per i «sex offender», coloro che hanno commesso reati sessuali. Era stato arrestato nel 2005 con l’accusa di violenza sessuale.

Oggi, vista l’età e l’incompatibilità col carcere, dovrebbe uscire. Ma si rifiuta. La casa circondariale ogliastrina la lascerebbe a una sola condizione: tornare a Bitti. Non importa che casa sua sia pericolante, che non ci sia acqua nè luce, che gli intonaci siano a penzoloni. Guai a sentire parlare di residenza sanitaria assistita. Potrebbe infatti andare in una struttura del genere o ai domiciliari, se avesse una casa idonea. Che, però, non ha.

Il caso di Antonio Dessì lo prende a cuore Maria Grazia Caligaris. «È una vicenda assurda e paradossale - spiega il presidente dell’associazione Socialismo Diritti e Riforme - È piantonato da due agenti di polizia penitenziaria, sorvegliato 24 ore su 24, ha problemi di deambulazione e cardiaci. Non può restare in carcere ma, d’altra parte, nessuno può obbligarlo a uscire perchè non è interdetto». Ogni tentativo del magistrato, degli operatori sociali, dell’amministrazione penitenziaria è stato vano. L’anziano di Bitti è irremovibile: «O a casa mia o in carcere». «I diversi sopralluoghi effettuati dai tecnici nella catapecchia dove Antonello Dessì viveva prima dell’arresto - spiega la Caligaris - hanno accertato che la struttura, priva di qualsiasi servizio, sta cadendo a pezzi e dovrebbe essere demolita. Quindi, se non dovesse cambiare idea e accettare la sistemazione in una residenza per anziani, Antonio Dessì resterà in una cella del penitenziario, fino a marzo dell’anno prossimo quando finirà di scontare la pena. Un autentico paradosso nell’attuale realtà delle carceri italiane».

Il pensionato era stato condannato per violenza carnale e atti di libidine ripetuti e in concorso. Fatti che risalivano al 1994, a quando cioè, assieme ad altri paesani, avrebbe approfittato di una quattordicenne disabile.
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