La Nuova Sardegna

Nuoro

Svolta nell'inchiesta di Baronia, le mogli di Samuele Carta ed Enzo Chiappetti: "Il cuore ci diceva: li hanno uccisi"

Valeria Gianoglio
Svolta nell'inchiesta di Baronia, le mogli di Samuele Carta ed Enzo Chiappetti: "Il cuore ci diceva: li hanno uccisi"

"Non avrebbero mai abbandonato i loro figli", dicono le due donne che hanno dovito affrontare la scomparsa dei mariti

15 aprile 2010
4 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Entrambe lo dicono con molta onestà: «Lo abbiamo sempre saputo che li avevano fatti sparire. Perché non avrebbero mai abbandonato i loro figli, li adoravano». Il giorno dopo la notizia delle nuove indagini sulla scomparsa di Samuele Carta e di Enzo Chiappetti, le loro dolci metà sono strette in un vortice fatto di ricordi pungenti, dolore e lucida consapevolezza. In questi lunghi mesi ciascuna ha fatto i conti con la propria sofferenza, ciascuna ha cercato di dribblare le domande insistenti dei figli «Papà dov’è? Ma perché non torna?».

Ciascuna ha scelto di lanciare appelli disperati, o, a seconda dei casi, di pretendere un dignitoso silenzio. Ma il nuovo corso delle indagini le scuote e non lo nascondono. A Siniscola, la notizia, arriva come un fulmine alle 8 di ieri mattina: per la Procura dietro la scomparsa di Samuele Carta ed Enzo Chiappetti c’è un duplice omicidio. Patrizia Muglia ascolta tutto, lo manda giù come un boccone piuttosto indigesto, ma poi scava nel suo cuore e lo ammette: «L’ho sempre saputo che me l’avevano ammazzato. Perché Samuele non avrebbe mai abbandonato i suoi bimbi. Moriva per loro, ci era sempre attaccato, adorava portarli al mare». La giovane ci tiene a spiegarlo, come a voler spazzare via quasi due anni di voci e cattiverie che giravano in paese. Ma lei è serena e tira dritta per la sua strada. Carica i suoi bimbi, lascia quella mansarda di via De Gasperi piena di ricordi, e va dalla mamma, trova anche un lavoretto. Tenta di riprendere la sua vita, perché ci sono due bimbi piccoli di mezzo. «Me l’hanno ammazzato ed è anche qui vicino, lo sento - dice - per me è morto e non è neanche tanto lontano. Non mi interessa sapere chi è stato, si capisce che sono storiacce, voglio però che mi dicano almeno dove».

A Nuoro, invece, la notizia, arriva un po’ più tardi. Quantomeno in una palazzina popolare di via Piemonte, al confine del rione di Istiritta, a pochi passi dall’ex Iacp e dalla statua di Mariedda con la brocca, simbolo di una Nuoro che non c’è più. Al quarto piano, dopo una mega rampa di scale, c’è una porta chiusa e al citofono nessuno risponde. Dalla porta scura è sparita persino la targhetta «Chiappetti». Francesca Nanu, la compagna di Enzo Chiappetti, non c’è. Non ci sono i suoi due piccoli bimbi, Il suo telefonino è spento, ma chi la conosce non se ne stupisce più di tanto. Perché in questa brutta vicenda degli scomparsi raccontata anche attraverso la tv e i nuovi media, lei, con grande dignità, preferisce scegliere un profilo basso. Nessun appello, nessuna intervista, poche parole pronunciate persino con i vicini. Come che il ricordo e i suoi pensieri preferisca tenerseli per sè. Solo nel tardo pomeriggio, il suo telefono trilla. Lei risponde gentile ma è di poche parole.

Lo dice che anche lei, come la moglie di Samuele, crede che Enzo non si sarebbe mai allontanato di sua iniziativa lasciando i due figli. «Questo l’ho sempre creduto, sin dall’inizio». Lo dicono anche i vicini che quel ragazzo dal sorriso aperto, ai suoi due bimbi, ci era molto attaccato. «Ma anche con noi è sempre stato disponibile - racconta un anziano - quando c’era da portare pacchi della spesa, quando c’era da sistemare qualcosa in casa. Si era ripreso, insomma, dalla storia dell’arresto. Quando lo avevano fermato per droga». E così, per uno strano scherzo della sorte, il destino dei due scomparsi si intreccia di nuovo: entrambi una compagna, due figli, un lavoro saltuario con cui faticano a campare. Entrambi la stessa fine piena di mistero a Siniscola. E per entrambi, le rispettive donne, credono alla fine violenta. Non certo causata da un allontanamento volontario, da una fuga programmata o da un tragico incidente. Anticipando persino gli investigatori, il loro cuore, da tempo aveva decretato la morte violenta. «Enzo Chiappetti? Non mi risulta che Samuele lo conoscesse - aggiunge la moglie Patrizia - l’unica cosa che so è che negli ultimi giorni Samuele era un po’ strano. Io gli chiedevo “Che c’hai?” ma lui “Niente”. Anche l’ultimo giorno l’ho trovato strano. Eravamo al mare e lui che ama tanto fare il bagno e le immersioni da sub, quel giorno, è rimasto in spiaggia, a giocare con i bimbi». Anche Enzo, a quanto pare, nell’ultimo periodo era meno tranquillo del solito. I vicini lo ricordano: «Non voleva più aprire la porta, forse temeva qualcosa».
La sentenza

Calangianus, abusi e minacce alla figlia del collega: «Mandami le tue foto nuda o faccio licenziare tuo padre»

di Tiziana Simula
Le nostre iniziative