La Nuova Sardegna

Nuoro

«La Chiesa deve prendere di petto la realtà»

«La Chiesa deve prendere di petto la realtà»

Padre Magliani: l’illusione dell’industria ha sacrificato l’agricoltura, ora serve più coraggio

26 settembre 2013
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NUORO. «È evidente che la situazione attuale sia frutto di scelte passate sbagliate e poco lungimiranti. Si è privilegiato il settore industria con l’illusione che rappresentasse il futuro per la Sardegna. In questo modo è rimasta sacrificata l’agricoltura. Lo stesso turismo non ha valorizzato la ricchezza culturale dell'interno e dei paesi limitandosi spesso solo alle zone di mare, in estate». L’analisi è di padre Giuseppe Magliani, parroco di Nostra Signora delle Grazie. «Condivido quanto detto dal vescovo – dice –, troppo spesso l’attenzione della politica sarda si è fermata ai confini di Cagliari e ha raggiunto solo marginalmente il Nuorese. Però, servirebbe anche un po’ più di coraggio da parte dei nuoresi (politici, imprenditori, cittadini) senza fermarsi alla lamentela e a piangersi addosso». «È importante – suggerisce padre Magliani – che tutti i soggetti lavorino insieme per la realizzazione di un progetto più grande e lungimirante in cui si mettono insieme risorse umane ed economiche ed in cui si responsabilizzano anche i destinatari dei progetti che non devono essere presi in considerazione in modo passivo, ma che devo essere aiutati ad intraprendere percorsi utili a se stessi e agli altri».

Fondamentale, in questo, il ruolo della Chiesa: «Dobbiamo alzare la voce – dice don Giovanni Carta, direttore del settimanale diocesano L’Ortobene –. Sono contento, perciò, che il nostro vescovo prenda di petto la questione».

«L’assistenzialismo non è uno specifico di questo territorio – interviene don Pietro Borrotzu –: è un male che condividiamo con tutta la Sardegna. Forse altrove ha anche punte più elevate». «Una situazione che non deve costituire un alibi – spiega il parroco della Beata Maria Gabriella –. L’assenza di peso politico si recupera con un “peso sociale” che può e deve comunque richiamare e sollecitare l’attenzione di chi è responsabile della cosa pubblica. Non si tratta di un’operazione semplice: essa deve essere il risultato di un’alleanza che coinvolge tutte le forze che hanno a cuore il bene comune e hanno possibilità di incidere nella società: i politici, i sindacati, le associazioni, la comunità ecclesiale. L’obiettivo deve essere quello di risvegliare e formare le coscienze affinché tutti si sentano responsabili del proprio destino» chiude il prete responsabile regionale della pastorale sociale e del lavoro. (l.p.)

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