La Nuova Sardegna

Nuoro

PARROCCHIE

Il vescovo Mosè Marcia apre la Settimana di preghiera

NUORO. Comincia oggi la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nel centenario della nascita della beata Maria Gabriella, a cura della parrocchia intitolata alla suora beata. L’apertura...

18 gennaio 2014
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NUORO. Comincia oggi la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nel centenario della nascita della beata Maria Gabriella, a cura della parrocchia intitolata alla suora beata. L’apertura solenne è in programma per questa sera, alle ore 17,30 la concelebrazione con tutte le parrocchie della città, presieduta dal vescovo monsignor Mosè Marcia. La Settimana andrà avanti fino al 25 gennaio, sul tema “Cristo non può essere diviso”.

Tutti i giorni alle 9 ci saranno la celebrazione delle lodi, alle 16 le confessioni, alle 17 la celebrazione del Vespro, alle 17,30 la santa messa con riflessione sul tema del giorno e animazione delle diverse comunità parrocchiali della città. Tutti gli appuntamenti si terranno nella chiesa della beata Maria Gabriella. Il 25 gennaio alle ore 16, inoltre, sarà ospitata anche la conferenza di Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica che parlerà del tema “Il dono della vita illumina il cammino dell’unità, a 50 anni dal Concilio Ecumenico Vaticano II”.

«Quest’anno la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani assume un significato tutto particolare – commenta il parroco don Pietro Borrotzu –. È appena iniziato l’anno del centenario della nascita della beata Maria Gabriella e siamo nella fase di elaborazione di un programma articolato che si estende a tutto l’anno. La Settimana di preghiera costituisce la prima tappa di questo itinerario. Il tema “Cristo non può essere diviso” è tratto dal brano della prima lettera di San Paolo ai Corinzi (1,1-17) ed è proposto alla nostra riflessione per la preghiera comune dai fratelli e dalle sorelle Canadesi. Essi descrivono le diversità che arricchiscono il loro paese. La grande estensione ne fa un paese, dove ci sono diversi popoli, diverse lingue, diverse religioni, diversi ambienti geografici; la diversità viene incarnata anche nelle espressioni di fede cristiana».

«La varietà e la diversità spesso portano a scandalose divisioni – va avanti don Borrotzu –. I fratelli canadesi lo riconoscono anche in riferimento alla loro situazione, ma, nello stesso tempo, essi coltivano l’impegno di essere fedeli al desiderio di Cristo per l’unità dei suoi discepoli. Inoltre l’attenzione sul modo in cui si possono valorizzare i doni degli altri costituisce un incoraggiamento nel lavoro per l’unità.Nel brano scelto per quest’anno vi sono alcune sottolineature di grande attualità. Innanzitutto Paolo riconosce ai Corinzi di essere pienamente “Chiesa di Cristo” e ricorda loro il legame che li unisce a tutti coloro che proclamano lo stesso Signore in ogni luogo. Insomma non si è Chiesa da soli».

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