La Nuova Sardegna

Nuoro

Arieti selezionati: successo dell’asta alla fiera di Macomer

di Tito Giuseppe Tola
Arieti selezionati: successo dell’asta alla fiera di Macomer

I capi di Agris sono immuni dalla malattia scrapie Sul mercato le quotazioni spuntano prezzi più alti

25 maggio 2014
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MACOMER. Le quotazioni raggiunte non sono quelle degli anni scorsi, ma l’asta degli arieti selezionali di Agris (l’ex Istituto tecnico caseario di Bonassai) organizzata dall’Assonapa (L’associazione nazionale pastori) registra una serie di risultati. Il primo è che gli arieti battuti all’asta sono stati venduti quasi tutti, anche quelli per i quali non ci sono state offerte. Alla fine della gara al rialzo, infatti, c’è chi ha comprato in blocco anche dieci capi a prezzi inferiori a quello di base indicato dal banditore. Il secondo risultato, sicuramente il più importante, è che gli arieti venduti sono tutti indenni da scrapie (pecora pazza) e tutti in grado di trasmettere l’immunità alla discendenza. Chi li ha acquistati, oltre all’obiettivo di migliorare la qualità del gregge, consegue anche il risultato di allevare bestiame indenne a una malattia degenerativa letale che ha causato danni ingenti negli allevamenti sardi.

Gli arieti in vendita all’asta erano tutti capi selezionati iscritti al libro genealogico della razza ovina sarda, capi di qualità, dunque, che sul mercato valgono molto di più rispetto ai prezzi spuntati dal banditore al momento dell’aggiudicazione. Il prezzo più alto raggiunto durante la gara al rialzo per accaparrarsi il capo migliore è di 950 euro, ma sul mercato la quotazione di capi più o meno simili supera i 1200 euro fino a raggiungere i 1500. Erano in vendita 72 arieti tutti di 1ª e 2ª classe scrapie (che sono i capi omozigoti ed eterozigoti resistenti alla malattia, quelli che gli allevatori chiamano impropriamente 4R e 3R) e tutti in grado di trasmettere l’immunità agli agnelli che nasceranno dopo gli accoppiamenti. Il prezzo minimo era di 350 euro. Al prezzo di acquisto bisognava aggiungere l’Iva agevolata del 10% applicata in agricoltura. All’asta si sono iscritte 32 persone, che non dovevano essere necessariamente degli allevatori. Con i primi quattro capi battuti non ci sono state offerte. «Troppo cari – ha commentato un allevatore –, qui se li riportano indietro tutti». Poi lo scenario è cambiato e di capi invenduti ne sono rientrati 4 su 72. «Sarebbe bastato abbassare il prezzo togliendo cinquanta euro a capo – ha detto uno degli organizzatori dell’asta – e non ne sarebbe rientrato invenduto neppure uno». Quelli in vendita erano tutti arieti iscritti e “ideonei a funzionare” o “con certificato”. Attraverso le aste degli arieti l’Assonapa si prefigge anche l’obiettivo di avvicinare gli allevatori alla selezione. I rappresentanti dell’associazione spiegano che lo scopo non è quello di fare cassa. «Non c’è nessun interesse economico – dicono –, teniamo le aste dopo la chiusura delle mostre ufficiali, parallelamente alle quali si tiene anche un mercato, per evitare di introdurre elementi di turbativa. Puntiamo in primo luogo a diffondere la resistenza alla scrapie e poi a migliorare la qualità degli allevamenti. Un ariete selezionato migliora la qualità del gregge nel giro di pochi anni». Nonostante il settore zootecnico ovino attraversi un momento difficile, gli allevatori hanno comprato.

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