La Nuova Sardegna

Nuoro

Unicef, un campanello contro le epidemie

di Francesco Pirisi

La campagna per la raccolta di fondi a sostegno della vaccinazione ha coinvolto le scuole superiori

26 maggio 2014
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NUORO. Un campanellino suonerà in mano a tanti nuoresi per ricordare il dramma dei bambini che nel mondo muoiono a causa delle epidemie di polio, difterite, morbillo, pertosse e tetano. L’Unicef provinciale sabato ha presentato l’iniziativa internazionale “Vogliamo zero”, con la quale sensibilizzare i cittadini a un’offerta per recuperare i fondi necessari alle vaccinazioni. L’avvio nell’istituto agrario “Bernardo Brau”, alla presenza del presidente provinciale dell’organizzazione umanitaria, Carlo Murgia, e degli studenti delle scuole superiori cittadine e ai docenti. Durante l’incontro è stato presentato il lavoro di analisi e ricerca sulla mortalità infantile, portato avanti dalle classi quarta e quinta dalla sezione Servizi sociali dell’istituto “Volta”. Tra le tematiche affrontate, insieme all’emergenza sanitaria, quella del riconoscimento dello “Ius soli”, ossia il diritto alla cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia. «Un progetto nobile – ha commentato il dirigente della scuola, Francesco Goddi – accolto con entusiasmo dai ragazzi del “Volta”, che hanno compreso appieno l’importanza di essere in qualche modo di aiuto ai bambini, che sono nel mondo la fascia più debole». L’impegno specifico del comitato Unicef per la campagna “Vogliamo zero” è partito domenica con l’allestimento di alcuni banchetti in città. La stessa iniziativa, presente nei 150 Paesi dove è diffusa l’organizzazione. In mostra i campanellini, acquistati a 5 euro da tanti nuoresi. «I fondi andranno a sostenere la campagna di vaccinazione – ha spiegato il presidente Murgia – Nel mondo ogni 20 secondi muore un bambino, di età da uno a cinque anni. Tanti vengono vinti ancora dalla polio, una malattia che si pensa sia stata eliminata da tempo. Ma non è così». I maggiori problemi in Africa: da Burkina Faso al Ciad, alla Nigeria. Così come in Pakistan e nelle terre della ex Jugoslavia. Ma non sono immuni alcune periferie italiane, «considerato che queste patologie sono legate all’insufficienza dell’alimentazione e alle pessime condizioni igieniche», ha aggiunto Murgia. Il vaccino metterebbe fine all’emergenza sanitaria. Con un sacrificio personale minimo. L’iniziativa di raccolta dei fondi interesserà anche tutti i comuni della provincia, dove il comitato provinciale ha allertato i suoi referenti. Un impegno che segue i tanti interventi realizzati lungo i 30 anni di presenza in provincia dell’Unicef. Proprio in occasione dell’ultima iniziativa Murgia ha voluto ricordare il suo predecessore Giannetto Visentini, il primo presidente provinciale e tra i soci fondatori dell’Unicef in Sardegna: «Un dirigente fondamentale e non solo per l’attività nel nostro territorio. Ha interpretato lo spirito dell’organizzazione e l’idea che con tanti piccoli aiuti si possono raggiungere grandi risultati a vantaggio di chi nella vita non ha avuto la nostra stessa fortuna».

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