La Nuova Sardegna

Nuoro

Comune, indagine chiusa per i dodici impiegati

di Valeria Gianoglio

È il preludio della richiesta di rinvio a giudizio per i casi di assenteismo I carabinieri: «Li abbiamo filmati e seguiti da marzo a maggio dell’anno scorso»

28 giugno 2014
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NUORO. Dopo un anno e tre mesi di indagine, è stata chiusa in queste ore l’inchiesta aperta dalla Procura di Nuoro e seguita dai carabinieri nei confronti di dodici impiegati del Comune iscritti nell’apposito registro per il reato di truffa. È il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio per gli stessi dipendenti. Per cinque dei quali, martedì scorso, il gip Mauro Pusceddu aveva disposto la sospensione per due mesi dal servizio, mentre aveva rigettato la richiesta della Procura di disporne gli arresti domiciliari.

I dodici indagati. Indagini chiuse, dunque, con annessa notifica ai dodici indagati dell’avviso di conclusione. Si tratta di Graziano Mingioni, Mariano Mura, Antonio Mingioni, Paolo Raimondo Corona, Matteo Floris, Franca Manuela Cannas, Pietro Soru, Antonio Pani, Ignazia Corda, Giovanna Angela Floris, Mario Pinna, Giampaolo Piras.

I loro nomi erano emersi già da diversi giorni: da quando l’inchiesta sulle assenze ingiustificate era venuta allo scoperto perché alcuni degli indagati, ovvero Graziano Mingioni, Mariano Mura, Antonio Mingioni, Paolo Raimondo Corona e Matteo Floris, erano stati convocati in tribunale per l’interrogatorio di garanzia. Un passaggio obbligatorio, previsto dal codice quando c’è una richiesta di sospensione dal servizio.

E sin da quel momento, attorno alla vicenda, si era scatenato un polverone: da un lato chi ricordava che alcuni dipendenti erano stati ripresi ma avevano perseverato, dall’altro chi, invece, riteneva sproporzionato il provvedimento assunto nei loro confronti, dall’altro chi precisava che la stragrande maggioranza dei dipendenti comunali lavorava con correttezza e onestà.

«Un’esigua minoranza». «Ci teniamo a dirlo: la stragrande maggioranza dei dipendenti comunali ha lavorato con correttezza e rettitudine – ha affermato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa dai carabinieri, il colonnello Simone Sorrentino – e la nostra indagine lo ha accertato. Quella che ha messo in atto una condotta non lineare e corretta è stata solo un’esigua minoranza». L’indagine, come hanno precisato sempre ieri il colonnello Sorrentino e il capitano Luigi Mereu, era partita in seguito ad alcune segnalazioni di cittadini, stufi, evidentemente, di notare qualche ufficio scoperto e notare anche alcuni impiegati che stazionavano nel bar davanti al municipio. «Da lì – ha spiegato ancora Sorrentino – abbiamo deciso di avviare l’indagine e abbiamo sistemato alcune telecamere in Comune. Le riprese sono andate avanti da marzo a maggio 2013. Solo un anno dopo, e in seguito ad alcuni volantini di veleni, le due dirigenti del Comune hanno sporto denuncia per diffamazione ed è venuto fuori che tra coloro che potevano avere motivi di astio, c’erano alcuni dipendenti ripresi per le assenze».

I filmati. Certo è i filmati fatti dai carabinieri, compresi quelli fatti nel corso dei pedinamenti, la dicono lunga. Ci sono i dipendenti che, anziché passare il badge, nell’apposita macchinetta ci passano la mano. Chi finge solo di timbrare. Chi viene ripreso mentre va dal meccanico a Badu ’e Carros o entra in una tabaccheria.

Le ore contestate. Mentre i cinque indagati per i quali è stata chiesta la sospensione dal servizio, secondo l’accusa hanno collezionato in tre mesi, un numero di ore di assenza ingiustificate: tra le 9 e le 27.

Gli altri sette, invece, secondo quanto documentato dalla Procura di Nuoro, avrebbero collezionato negli stessi tre mesi un numero di ore di assenze ingiustificate che non supera le 5 ore e 46 minuti.

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