La Nuova Sardegna

Nuoro

Il sindaco: «No allo scippo del carcere»

di Piero Marongiu
Il sindaco: «No allo scippo del carcere»

Macomer, dopo l’incontro con il personale il primo cittadino ha sollecitato l’intervento del presidente della Regione

05 luglio 2014
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MACOMER. Ieri mattina una delegazione del personale che opera nella Casa circondariale ha incontrato il sindaco Antonio Succu e a lui è stata espressa la preoccupazione di tutti dipendenti in relazione agli effetti derivanti dalla firma da parte del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sul decreto che stabilisce la soppressione immediata della struttura carceraria.

Erano stati gli stessi operatori penitenziari a chiedere un incontro urgente al primo cittadino, preoccupati per il loro futuro e per quello delle loro famiglie. «Chiediamo di attivarsi subito nelle sedi istituzionali – si legge nella lettera con la quale è stato chiesto l’interessamento del sindaco – al fine di tentare di bloccare il provvedimento del ministro».

Alle 8.30, Antonio Succu ha ricevuto l’assistente capo Giovanni Carta del Coordinamento nazionale della polizia penitenziaria (Cnpp) e due dipendenti civili in forza alla struttura. La chiusura della Casa circondariale significherebbe la perdita di altri posti di lavoro in un territorio già pesantemente colpito dalla disoccupazione e da una crisi profonda, che non lascia intravvedere soluzioni a breve termine. Il sindaco Succu non si nasconde dietro un dito e accusa, senza mezzi termini, il ministero di «tagliare senza usare il buon senso». Nella struttura carceraria macomerese prestano servizio 60 agenti di polizia penitenziaria, 8 impiegati amministrativi, 9 medici, 3 infermieri e 4 generici, più alcune figure che vi operano saltuariamente, per un totale di circa 100 unità. I primi a essere colpiti dalla mannaia ministeriale sarà il personale generico, che rischia seriamente di perdere il posto di lavoro. Mentre, per tutti gli altri si prospetta un trasferimento nelle strutture di Nuoro e Oristano.

Ma il personale in servizio nel carcere è deciso a far sentire la propria voce in tutte le sedi. «Non escludiamo forme di protesta democratica già nei primi giorni della prossima settimana – hanno detto i rappresentanti della delegazione ricevuta dal sindaco –. Qui è in ballo il futuro di molte famiglie. Gente che vive e spende in questo territorio». Il sindaco si è detto pronto a sostenere le proteste del personale: «Sarò insieme a voi per portare la solidarietà dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità – ha detto Succu –. Quella che si sta perpetrando è un’ingiustizia. Gravissima. L’ennesimo distacco dello Stato dopo la chiusura del distaccamento di Polizia ferroviaria e di quella, per il momento non confermata, della tenenza della Guardia di finanza».

Nella casa circondariale, aperta circa 18 anni fa, sono stati spesi milioni di euro. Altri soldi pubblici sono stati impiegati per l’adeguamento della struttura alle esigenze previste dal 41 bis ed è stato realizzato un centro addestramento per le unità cinofile. «Un’eccellenza in grado di fornire assistenza anche agli altri corpi di polizia – ha insistito il sindaco – che con la chiusura del carcere sarà trasferita altrove. Decisioni che continuano a penalizzare il territorio».

E’ un fiume in piena. Dalla sua voce emerge la preoccupazione per una decisione che concorre a impoverire ulteriormente un territorio, nel quale la parola lavoro sembra appartenere a un passato fatto di industrie che funzionavano e davano buste paga e tranquillità a centinaia di famiglie. «Invierò – ha concluso il sindaco Succu – una lettera al presidente della Regione, Francesco Pigliaru e al Pd regionale, chiedendo un intervento che blocchi l’ennesimo scippo a danno del nostro territorio. Ci deve essere un intervento politico ad alto livello, come quello che c’è stato in Sicilia che è riuscito a evitare la chiusura di due strutture carcerarie».

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