La Nuova Sardegna

Nuoro

«La Motorizzazione non si tocca»

di Mattia Sanna

Folla all’assemblea organizzata dalla Confartigianato per scongiurare la chiusura dell’ufficio

22 luglio 2014
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NUORO. La Confartigianato riunisce politici, imprenditori e amministratori locali. Per dire no alla chiusura della motorizzazione di Nuoro. Affollata assemblea, quella tenutasi nella mattinata di ieri, presso la sala conferenze dell’Euro hotel. Numerosi gli operatori economici, tanti anche i rappresentanti dei vari livelli istituzionali. Un lungo elenco di sindaci, provenienti da varie comunità del Nuorese e dell’Ogliastra. Da Fonni a Lanusei, da Tortolì a Macomer. Fino allo stesso capoluogo barbaricino. L’adunanza, piuttosto animata dagli interventi degli iscritti a parlare, ha visto, inoltre, la mediazione della presidente dell’associazione di categoria organizzatrice Maria Carmela Folchetti. E una nutrita rappresentanza di consiglieri regionali di maggioranza e opposizione.

«L’obiettivo immediato che ci dobbiamo porre – spiega Efisio Arbau – è impedire, anzitutto, la serrata dell’ufficio di Pratosardo. In prospettiva, però, bisogna puntare ad una regionalizzazione delle strutture pubbliche, ora dipendenti dal ministero delle Infrastrutture, come avviene nelle altre realtà a statuto autonomo. Ottenendo, così, inoltre, notevoli risparmi e una maggiore efficienza nella gestione delle risorse umane ed economiche». A questo proposito, il parlamentino isolano si troverà a discutere, nei prossimi giorni, una proposta di legge, a firma di Daniela Forma. «La questione – assicura lei stessa – trova l’attenzione della assemblea, dell’esecutivo Pigliaru e, in prima persona, dell’assessore ai trasporti Massimo Deiana, impegnati per una tempestiva risoluzione della vertenza». «Perché è doveroso che il dibattito venga riportato alla politica – ritiene il sindaco di Nuoro Sandro Bianchi – dove manca la politica restano i numeri. E noi, in quanto a numeri, non possiamo che essere deboli». Di tutto altro genere, le considerazioni espresse da Luigi Crisponi, il quale arriva a intravedere una sorta di maledizione, che incombe su questa parte di Sardegna. «Sulle teste degli abitanti dell’entroterra – sostiene – vengono ribaltate vere e proprie fregature, per le quali vi è una incontrovertibile matrice nazionale». L’unica via d’uscita, allora, è quella di creare una governance delle varie forze, espressione di un martoriato spaccato territoriale. Per ribellarsi ai tanti problemi di un’isola nell’isola. Dall’assenza di collegamenti ferroviari, alla progressiva scomparsa di presidi produttivi, sociali e di sicurezza. Tra non molto, poi, viene pronosticato, l’attenzione si sposterà sulla Camera di commercio. Anch’essa a rischio chiusura. «È necessario, dunque, trovare la forza nel supporto della gente, perché la politica non ha la capacità di aggregare. Utilizzare tutti gli strumenti democratici e una volta esauriti quelli, percorrere anche la strada della disobbedienza civile» sostiene il deputato Roberto Capelli. «È necessario ribaltare un processo che pare irreversibile, decentrando le sedi degli enti, portando avanti un’operazione inversa, che dia energia e speranza al Nuorese e all’Ogliastra. Completata magari attraverso la proposta sulle zone interne. Già positivamente raccolta da sindacati e amministratori locali» afferma il presidente di Confindustria Roberto Bornioli. Sposando, peraltro, un’idea lanciata, tempo fa, dal sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda. «Posto che la quasi totalità del lavoro viene condotto dalle autoscuole, dalle agenzie e dalle officine private – propone Peppino Deplano, storico imprenditore del settore – per svolgere il restante quindici per cento basterebbe abilitare solamente cinque tecnici». «In assenza di riscontri, tuttavia – prosegue – la nostra categoria è pronta alle vie legali». L’ipotesi di reato è interruzione di pubblico servizio.

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