La Nuova Sardegna

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Motorizzazione, giorni di attesa

Arbau: «Riprendere l’attività degli uffici è il primo passo»

29 luglio 2014
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NUORO. «L’impegno dell’assessore ai Trasporti Massimo Deiana rappresenta un importante spiraglio». Con queste parole, il consigliere regionale del movimento La Base, Efisio Arbau, commenta l’incontro, tenutosi ieri a Roma tra il rappresentante della giunta regionale e il direttore generale della motorizzazione Maurizio Vitelli. Uno spiraglio sulla vicenda nuorese. «Solo giovedì scorso – ricorda Arbau – abbiamo portato la questione in consiglio». «L’approvazione unanime di un ordine del giorno e la promessa dall’assessore Deiana di coinvolgere il governo nazionale ed il direttore Vitelli sono stati ulteriori segnali positivi» prosegue il rappresentante del centrosinistra.

«Riprendere l’attività negli uffici del capoluogo barbaricino – aggiunge – è, dunque, il primo passo che dobbiamo pretendere dall’esecutivo centrale. Il successivo è il passaggio delle competenze, relative al servizio, alla Regione». Puntare ad una regionalizzazione di queste strutture pubbliche, ora dipendenti dal ministero delle Infrastrutture, sembrerebbe una possibile e definitiva soluzione del problema. Come avviene, d’altra parte, nelle altre realtà a statuto autonomo. Si otterrebbero, così, inoltre, viene sottolineato, notevoli risparmi e una maggiore efficienza nella gestione delle risorse umane ed economiche. A questo proposito, esiste anche una apposita proposta di legge, presentata presso il parlamentino isolano dal Pd alcune settimane fa. La vicenda motorizzazione risale alla fine di giugno scorso. Con una nota, a firma della direzione, erano state sospese le revisioni e i collaudi. Gli allestitori, le autoscuole e le officine erano state costrette, pertanto, a rivolgersi agli uffici delle altre province. Sassari, Cagliari o Oristano. Una brutta notizia, che rappresentava una sorta di anticipazione della successiva e definitiva chiusura. Una brutta notizia, attesa, per la verità, da un po’ di tempo. Da allora si erano susseguite una serie di prese di posizione e schieramenti contro la paventata serrata. Politici, istituzioni, imprenditori, artigiani, associazioni di categoria del territorio. Un lungo elenco di no e molteplici iniziative a vari livelli erano state messe in campo per scongiurare quello che, fino a qualche giorno fa, sembrava inevitabile. Le imprese coinvolte e danneggiate da questa decisione avevano addirittura preannunciato il ricorso alle vie giudiziarie. (ma.s.)

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