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Sit in dei pacifisti: «Alla sbarra doveva esserci lo Stato»

Il sit in dei pacifisti davanti al tribunale di Lanusei dove si apre il processo Quirra
Il sit in dei pacifisti davanti al tribunale di Lanusei dove si apre il processo Quirra

29 ottobre 2014
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LANUSEI. «Questo processo è una farsa perché non condanneranno nessuno e si arriverà alla prescrizione»: megafono in mano, maglietta bianca con la scritta “Pesa Sardigna” ben impressa, Mario Flore, olianese di origine trapiantato a Ittiri, e indipendentista nel midollo, è il vero animatore del sit-in di ieri davanti al tribunale di Lanusei.

La galassia indipendentista è ben rappresentata, ieri, a Lanusei. C’è Bustianu Cumpostu, di Sardigna Natzione, c’è Doddore Meloni che fa la sua comparsa per la prima volta nel caso Quirra. C’è Bettina Pitzurra, dell’Irs, seduta tra il pubblico, a poche sedie da Zampa Marras con l’immancabile berritta. Mentre fra i manifestanti e gli studenti del gruppo “Scida” ci sono anche Cristiano Sabino e compagni del Fronte unidu indipendentista. In aula c’è pure Pierfranco Devias insieme ad altri esponenti di A Manca Pro s’Indipendentzia.

«Noi non ci costituiremo parte civile – spiega – siamo qui per vigilare. Sotto processo, in realtà, ci sarebbero dovuti essere tutti i vertici del ministero della Difesa dal ’56, quando è nato il poligono di Quirra, a oggi. Questi generali a processo oggi, sono solo diventati capri espiatori. Bisognava processare lo Stato». (v.g.)

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