La Nuova Sardegna

Nuoro

La rivolta dei pendolari: gli studenti contro l’Arst

di Mattia Sanna
La rivolta dei pendolari: gli studenti contro l’Arst

Un folto corteo si è messo in marcia lungo le strade del centro cittadino Gli amministratori comunali: «Non si neghi loro un diritto sacrosanto»

11 novembre 2014
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NUORO. Un immenso corteo di studenti scende in piazza contro l’Arst. Si sono ritrovati nella stazione di viale Costituzione attorno alle 8 della mattinata di ieri. Per contattarsi e mettersi d’accordo, hanno utilizzato ancora una volta i social network, creando un apposito evento su facebook e facendo passaparola con watsapp. Ancora una volta, punto di partenza perfino per questa loro iniziativa, è stato il deposito. Quasi un luogo simbolo, che nei giorni scorsi era diventato teatro di una protesta ferma nelle posizioni e forte nelle azioni.

Ci si mette in marcia da qui, alle 9. Nel frattempo, le poche decine di persone iniziali sono diventate centinaia, e poi diverse migliaia.

«Viaggiamo meglio sui postalini» recita uno striscione, ad apertura della sfilata. Facendo ironicamente il paragone tra il servizio reso dagli autobus cittadini dell’azienda pubblica nuorese e quello dell’ente regionale. E poi ancora cartelli, un acrostico e numerosi slogan. A rappresentare e sintetizzare le istanze di una rumorosa moltitudine di ragazzi pendolari che manifestano per il proprio futuro e il proprio diritto all’istruzione. Una protesta partecipata e convinta di quelle che non si vedevano da tempo e di cui è difficile fare stime o parlare di numeri. Aspetti prioritari, comunque, sono e restano i problemi denunciati da coloro che utilizzano i pullman di linea per raggiungere gli istituti superiori del capoluogo. Problemi vecchi, irrisolti da decenni a questa parte. Nonostante gli investimenti, il nuovo parco macchine, le riorganizzazioni varie, ci si trova sempre a fare i conti con i ritardi.

Ritardi che costringono molti studenti a perdere numerose ore di lezione. Con i mezzi vecchi e malridotti, senza manutenzioni, dove non si viaggia in piena sicurezza, dove non funziona l’impianto di condizionamento e quando piove, entra l’acqua, come se si fosse all’esterno. Con autobus insufficienti a coprire la domanda dell’utenza, che lasciano quotidianamente a piedi decine di ragazzi.

Insomma, questo serpentone di manifestati vuole essere trasportato dignitosamente, perché, d’altra parte, paga un abbonamento e versa ogni mese fior di quattrini nelle casse dell’Arst. La voci del malcontento, scortate dalle forze dell’ordine, raggiungono, dunque, la chiesa delle Grazie, ai piedi della quale i rappresentanti dei vari paesi leggono diverse lettere, in cui ciascuno racconta le esperienze e le situazioni vissute nel proprio comune di appartenenza. Poco dopo, verranno ricevuti dal prefetto Giovanni Meloni, il quale promette si farà portavoce presso le istituzioni regionali e presso l’azienda delle richieste dei ragazzi, al fine di attivare tempestivamente gli interventi e le soluzioni richieste. Nel palazzo del Governo erano presenti, inoltre, alcuni sindaci e amministratori locali. Tra loro, il primo cittadino di Oliena. «Il nostro esecutivo sostiene ed è a fianco di questi ragazzi – ha affermato Salvatore Serra – perché non si neghi un loro sacrosanto diritto». «Abbiamo voluto essere presenti – ha affermato, dal canto suo, il primo cittadino di Orgosolo Dionigi Deledda – al fine di veder riconosciuto per i nostri ragazzi un trattamento decoroso».

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