La Nuova Sardegna

Nuoro

il convegno

L’omaggio di Orune all’archeologo poeta Godeval Davoli

ORUNE. Godeval Davoli rientra fra le figure eminenti della cultura sarda. Nel convegno, promosso dal Comune nell’ambito di un progetto regionale, sono stati evidenziati aspetti non noti di questo...

24 dicembre 2014
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ORUNE. Godeval Davoli rientra fra le figure eminenti della cultura sarda. Nel convegno, promosso dal Comune nell’ambito di un progetto regionale, sono stati evidenziati aspetti non noti di questo personaggio poliedrico, conosciuto come archeologo, scopritore, nel 1953, di Su Tempiesu. «Non sapevo che fosse un poeta, oltre che archeologo, abile disegnatore e professore – ha sostenuto l’assessore Stefania Gattu –. Lo vogliamo raccontare ai minori per sapere quello che eravamo. Come abbiamo fatto per Bachisio Zizi». Davoli non si sentiva gratificato, andò via dalla Sardegna, poi ritornato a Cagliari, senza dimenticare Orune. Le sue poesie, lette da Teresa Davoli e Caterina Sanna, riflettono la sua anima, tragedie sociali e il percorso di studioso e ricercatore. Si è parlato di Su Tempiesu, dove Davoli, allievo di Giovanni Lilliu, svolse la prima campagna di scavi. Ma anche di Sant’Efis e dei siti del territorio e paesi limitrofi. «Siti di eccellenza» li ha definiti il sindaco Michele Deserra, precisando che l’Unione dei comuni del Montalbo ha inoltrato una scheda alla Regione. Maria Giovanna Farina, coordinatrice del progetto, reduce dagli incontri con i ragazzi delle medie, ha tracciato la figura di Godeval, insegnante nella scuola di don Giovanni Sannio e politico, dell’amicizia con Carlo Levi, della tesi di laurea sulla zona e delle strutture megalitiche a cui Godeval dimostrò attenzione. Un quadro esaustivo per Antonio Sanciu della Sovrintendenza tanto da auspicare che quel lavoro venga pubblicato. Pippineddu Goddi della coop Larco, che gestisce Su Tempiesu, costituita nel 1995, si è soffermato, oltre alla descrizione del lavoro svolto, sul problema del «turista deve essere saputo accogliere». L’archeologa Maria Grazia Porcu ha disquisito sui percorsi (faunistico e botanico) che portano alla fonte sacra, descritta nei particolari. Giovanni Pala Mundanu ha tracciato la figura di Godeval,di grande umanità, innamorato dell’archeologia, della ricerca e del sapere. Le testimonianze di Concetta Pala, sua alunna, e del nipote Ciriaco Davoli che si è complimentato per il meticoloso lavoro di Maria Giovanna Farina. (b.a.)

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