L’omicidio dello studente a Orune: tre piste per il movente
Il litigio di Gianluca Monni con altri giovani per difendere la sua ragazza. Gli ambienti “pericolosi” frequentati dal 19enne. Il possibile legame con le faide
ORUNE. Quello di Gianluca Monni, diciannove anni appena, è stato un omicidio premeditato. Non c’è alcun dubbio per gli inquirenti. Il killer e il suo complice sapevano dove trovare il ragazzo: era lui la vittima designata, non altri.
Sono andati a colpo sicuro, conoscevano le abitudini di Gianluca. Sapevano bene che il ragazzo tutte le mattine aspettava l’arrivo dell’autobus sull’uscio della casa della nonna e a pochi metri dalla villetta dove vive con la mamma Rita, il padre Salvatore e il fratello Pasquale.
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Un’esecuzione spietata e feroce, quella di Gianluca. Condotta in modo spavaldo e sicuro: tre colpi da un metro di distanza, due sul fianco e uno sul lato sinistro del volto che lo ha sfigurato.
I carabinieri e i magistrati ora stanno tentando di far luce sul delitto e non escludono nessuna pista. Ma chi e che cosa potrebbe aver armato la mano del killer che ha cancellato la vita del ragazzo? Sono diverse le piste seguite dagli investigatori. Una porterebbe alla criminalità comune: forse Gianluca aveva frequentazioni pericolose che lo hanno fatto cadere in un giro balordo?
L’altra potrebbe essere legata alle faide e alle vendette che hanno martoriato Orune per decenni. Ma la famiglia Monni, come dicono tutti in paese e come hanno confermato gli investigatori, non ha alcun legame con queste vicende.
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Quella di Gianluca è una famiglia stimata in paese, mai nessun problema con la giustizia. La pista giusta, secondo gli inquirenti, potrebbe essere quella legata a episodi più recenti, lontani dalle faide e dalle vendette. Si fa infatti strada l’ipotesi che il delitto possa essere maturato all’interno delle amicizie di Gianluca. Un omicidio forse a sfondo passionale. O legato a uno sgarro tra ragazzini.
Per questo ieri alcuni coetanei della vittima sono stati interrogati dal pubblico ministero Andrea Vacca per indagare sulle amicizie e le frequentazioni di Gianluca, descritto da tutti come un ragazzo irreprensibile. L’unico neo nella sua vita, come hanno raccontato alcuni compagni di scuola, è un episodio ora al vaglio degli inquirenti: qualche mese fa Gianluca avrebbe avuto un violento diverbio con alcuni ragazzi del paese che importunavano la sua fidanzata.
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«Gianluca ha difeso la sua ragazza dai bulli», hanno raccontato gli amici e i compagni di scuola agli investigatori. Quella passionale non è una pista privilegiata, hanno precisato i carabinieri, che stanno però vagliando l’attendibilità di quel racconto.
Alcuni mesi fa Gianluca avrebbe avuto una discussione violenta una sera con alcuni ragazzi del paese. Una discussione poi sfociata in una violenta lite per difendere la sua ragazza dalle attenzioni morbose del gruppo. Anche i familiari di Gianluca erano a conoscenza di quell’episodio e ieri lo hanno riferito agli investigatori nel tentativo di dare una spiegazione a una morte atroce.
Quel che è certo, secondo gli investigatori, è che nonostante le modalità, in pieno giorno e nel centro del paese, l’omicidio non sia l’opera di un professionista. Di certo il killer e il suo complice sono stati freddi e spietati. Senza paura di essere riconosciuti o inseguiti sulla strada principale del paese.
Dietro l’orrore di ieri si intravede il rischio di un vortice di violenza. Orune trema e torna la paura di nuove vendette. Anche se i familiari, sgomenti, chiedono giustizia e non vendetta.