La Nuova Sardegna

Nuoro

«Chiediamo perdono ai Tronci e a tutta Fonni»

I funerali della vittima nella chiesa di San Giuseppe a Sassari
I funerali della vittima nella chiesa di San Giuseppe a Sassari

Ai funerali della vittima le parole di dolore dei parenti di Stefano Maloccu, l’assassino

27 giugno 2015
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NUORO. «Non vi chiedo di perdonare, perché chi ha sbagliato deve pagare». Le parole cariche di dolore di don Michele Casula, fonnese di origine, parroco di Dorgali, risuonano nella chiesa di San Giuseppe, a Sassari, gremita per l’ultimo saluto a Mario Tronci, 65 anni, l’imprenditore di origini di Fonni assassinato con due colpi di pistola in una via del centro del suo paese martedì sera.

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«Chiediamo scusa alla famiglia Tronci, alla moglie e alle figlie di Mario e a tutta la comunità di Fonni sconvolta dal dolore – sono le parole gonfie di commozione che Manuela Maloccu, nipote di Stefano, l’ex armiere assassino, pronuncia a nome di tutta la famiglia mentre a Sassari si sono appena conclusi i funerali della vittima del delitto –. Siamo scossi, increduli e anche noi devastati dal dolore. Non ci sono parole per giustificare un gesto simile, ma vogliamo sottolineare che siamo completamente estranei a tutta la vicenda. Siamo una famiglia onesta che non si è mai trovata in una situazione del genere. Ai Tronci diciamo che il loro dolore è anche il nostro dolore – ha concluso la donna – anche noi siamo una famiglia addolorata che capisce la situazione. Non possiamo fare altro che chiedere perdono: ai Tronci e a tutta la comunità di Fonni».

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L’ultimo doloroso momento dell’omicidio di Mario Tronci si è svolto a Sassari, nella chiesa di San Giuseppe, la parrocchia di riferimento della famiglia della vittima, che si era trasferita nel capoluogo alla fine degli anni Settanta, rilevando lo storico “Bar Silvio” in via Roma. Cinque sacerdoti hanno concelebrato i funerali nella chiesa gremita. Decine di persone arrivate da Fonni e da altri centri del Nuorese e sassaresi che conoscevano bene Mario, che si era fatto apprezzare per il suo carattere gioviale, la sua disponibilità e, negli ultimi tempi, per la rinnovata passione per la politica e il suo amato Partito sardo d’azione, i cui dirigenti nazionali e regionali erano presenti nei banchi della chiesa. E la bara di Tronci è stata avvolta in una bandiera dei Quattro mori con sopra due cuscini di fiori con i nomi della moglie Caterina, delle figlie Maria Luisa e Paola e delle adorate nipotine.

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«Non ricordate Mario sul selciato di via Parrocchia coperto da quel lenzuolo bianco – ha detto il parroco di Fonni, don Falconi, dopo aver portato ai familiari il saluto commosso del vescovo di Nuoro, Mosè Marcia, e di monsignor Pietro Meloni, amico personale di Mario e di tutta la famiglia Tronci –. Ricordatelo com’era: sorridente, gioviale. Portate nei vostri cuori i momenti più belli, lui avrebbe voluto così».

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Parole che hanno stemperato e sciolto in lacrime la tensione accumulata in questi giorni di dolore e rabbia. Sentimenti che aveva sintetizzato nelle sue parole don Michele Casula, fonnese, amico dei Tronci e, soprattutto, profondo conoscitore della comunità di Fonni, da qualche mese parroco di Dorgali. «Non vi chiedo di perdonare, chi ha sbagliato è giusto che paghi – ha detto il sacerdote –. Perché chi ha ucciso non si è voluto rassegnare a una sentenza giusta di un tribunale». Parole durissime, ascoltate con rassegnazione dai familiari della vittima che non avevano più lacrime da versare dopo due giorni di dolore improvviso e insopportabile e che ieri mattina erano stati assistiti dal parroco di san Giuseppe, don Massimiliano Salis, che ha anche messo una cappella a disposizione dei Tronci in attesa del funerale.

Poi, il rito delle condoglianze. Lunghissimo. Doloroso.

Intanto, continuano le indagini degli investigatori della squadra mobile per ricostruire nei dettagli tutta la drammatica vicenda. Tra Stefano Maloccu, noto “Anchedda”, 73 anni, solitario ex armaiolo ed ex fotografo, e la famiglia Tronci era in corso da alcuni decenni una causa per un magazzino. Maloccu aveva chiesto al patriarca dei Tronci la possibilità di costruire una palazzina in via Bresciani, sopra il garage di proprietà dei Tronci. Il padre della vittima del delitto gli aveva dato il permesso in cambio della sistemazione del piccolo locale, che avrà un valore non molto superiore ai 3, 4mila euro.

Quando il patriarca dei Tronci era morto, Maloccu non aveva rispettato la parola date e si era annesso il magazzino alla sua abitazione. I fratelli Tronci avevano cercato di riavere il garage in maniera bonaria, ma dopo aver visto che ogni tentativo era inutile avevano fatto causa a Maloccu. Causa che si è protratta per anni e si è conclusa nei giorni scorsi. Una sentenza che ha sconvolto “Anchedda” che era ormai ossessionato e ha perso la testa quando Mario Tronci, appena arrivato in paese per la festa, è passato davanti alla porta della sua abitazione in via Parrocchia. Due colpi di pistola a bruciapelo alla testa alla spalla destra e poi la confessione. Che poi non ha però ripetuto davanti al gip durante l’interrogatorio in carcere a Badu ’e Carros. (plp)

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