Consorzio strumento di crescita
Falchi, ex direttore Intex, interviene sulle proposte dell’assessore
MACOMER. Il Consorzio industriale, se ben guidato, può essere uno strumento di crescita o, in attesa di tempi migliori, di conservazione delle imprese. Ne è convinto Domenico Falchi, ex direttore della Intex, la finanziaria regionale di settore che creò il polo tessile della Sardegna centrale e che la Regione mise in liquidazione 15 anni fa. Falchi parte dall’intervento dell’assessore regionale all’Industria, Maria Grazia Piras, al convegno sul ruolo strategico dei consorzi industriali provinciali. «L’assessore – scrive in una nota – ha anche affermato che “la sfida è attrarre investimenti esterni e stiamo lavorando sui fattori di competitività, pensando a incubatori di imprese e di innovazione, con la creazione di autostrade amministrative contro la cattiva burocrazia”. Sono affermazioni veramente interessanti che sembrerebbero rispondere a una mia nota di alcuni giorni fa che proponeva, tra l’altro, l’acquisto dei rustici industriali per farne incubatori di impresa, sull’esempio di quanto già fatto dalla finanziaria regionale Intex, ormai già liquidata». Domenico Falchi ritiene che i consorzi siano in grado di ridurre le diseconomie che frenano l’iniziativa di chi vuole avviare un’impresa in Sardegna e indica «la fornitura di servizi idrici convenienti (avevo citato lo storico lavaggio della lana sarda che Macomer ha perso per effetto dell’assurdo costo dell’acqua), di energia a costi accettabili, di trasporti per il continente all’insegna della continuità territoriale». Falchi ritiene ancora che i consorzi possano contribuire al rilancio industriale dei territori dove operano se, come fece la Intex a suo tempo, faranno promozione di impresa. «Gli enti – conclude – devono essere motivati e snelli, con una severa dieta dimagrante dei costi superflui. In aggiunta, si può anche pensare a un’agenzia regionale che li coordini e promuova innovazione facendo rete con altre realtà regionali di ricerca». (t.g.t.)