La Nuova Sardegna

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Sanità da riorganizzare I sindaci: «Numeri chiari»

di Giovanni Melis
Sanità da riorganizzare I sindaci: «Numeri chiari»

SORGONO. «Il verbo giusto non è tagliare. É migliorare. Vogliamo riorganizzare e riqualificare il sistema in modo da garantire lo stesso diritto alla salute a tutti i cittadini sardi, anche nei...

28 agosto 2015
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SORGONO. «Il verbo giusto non è tagliare. É migliorare. Vogliamo riorganizzare e riqualificare il sistema in modo da garantire lo stesso diritto alla salute a tutti i cittadini sardi, anche nei territori disagiati come il Madrolisai». Così ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru mercoledì a Cagliari, di fronte ai sindaci dei Comuni che ricadono nel distretto sanitario di Sorgono, riuniti su invito dell’assessore in uno dei numerosi incontri organizzati per rispondere ai dubbi e ai timori delle popolazioni locali in merito al piano di Riforma della rete ospedaliera. Secondo Arru il piano è stato predisposto per elevare la qualità delle prestazioni sanitarie e non può essere snaturato in questa sua qualità. «Fare un sistema di rete integrato caratterizzato dalla collaborazione e dalla condivisione». Un metodo basato, prima di tutto, sulla sicurezza delle cure per i cittadini. «L’obiettivo della Riforma è quello di ritornare a un uso appropriato dell’ospedale per acuti – ha aggiunto l’assessore Arru – e programmare correttamente le strutture alternative all’ospedale, cosa che finora non era stata fatta». L’assessore Arru ha ribadito che al centro della riforma quindi, non ci sono «né i posti letto né le distinzioni fra territori, bensì un sistema integrato che permetta ai sardi di avere la garanzia di un trattamento di emergenza-urgenza forte ovunque si trovino, di poter usufruire tutti, in egual modo, di cure altamente specializzate e di fare sì che i posti letto per acuti siano utilizzati correttamente, dando spazio alle strutture alternative, previste per legge e mai attivate in Sardegna». I sindaci hanno preso atto della parole dell’assessore, che però non ha risposto ad alcuno dei quesiti posti. «Siamo d’accordo sul fatto –ha commentato Gigi Littarru, sindaco di Desulo – che il governo italiano ha chiesto dei sacrifici alle regioni, ma questi sacrifici devono essere equamente distribuiti, tenendo conto delle distanze geografiche che stradali e dello stato di bisogno dei territori montani. Vorremo risposte concrete con dei numeri chiari. Non possiamo permettere l’ennesimo scippo». Caustico invece il sindaco di Atzara Alessandro Corona per il quale «le belle parole dell’assessore Arru rimarranno parole se non saranno accompagnate da gesti concreti. Non vorremo che le stesse in realtà fossero chiacchiere, nella speranza di imbonire le zone marginali per costringerle ad accettare i piani calati dall’alto. Non saremo mai la vittima sacrificale da immolare sull’altare della razionalizzazione, previa tolleranza di sprechi noti a tutti e che continuano a pesare sull’economia dei piccoli centri. Il piano, così come configurato è l’ennesimo invito alla migrazione verso le coste». Ora la conferenza dei sindaci prenderà una posizione in merito: si preannuncia un autunno caldo per la sanità.

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