Omicidio di Gavoi, la difesa: "Francesco Rocca deve andare ai domiciliari"
Gli avvocati del dentista chiedono il braccialetto elettronico per il loro assistito: "Non esiste il pericolo di fuga e nessuno ha motivato il no alla scarcerazione"
NUORO. «Non è scappato nemmeno quando gli interrogatori si facevano più pressanti, non si capisce proprio perché dovrebbe scappare ora, dopo tanti anni. Tra l’altro, andrebbe a vivere, agli arresti domiciliari, a venti metri dalla caserma dei carabinieri a Sant’Onofrio e a pochi passi dal tribunale, e avrebbe il braccialetto elettronico. Ma più di tutto, resta fermo il principio della presunzione di innocenza, e quello, introdotto dalla legge 47 dell’aprile di quest’anno che impone al giudice l’obbligo di spiegare nel dettaglio quali sia la concretezza e l’attualità delle esigenze cautelari. E quest’obbligo, finora, non è stato soddisfatto, nessuno ha motivato la permanenza di Rocca in carcere».
Hanno fatto riferimento all’ultima norma in materia di custodia cautelare, gli avvocati Mario Lai e Angelo Manconi, ieri mattina, davanti ai giudici del Riesame di Sassari che dovranno decidere entro qualche giorno se lasciare il loro assistito, Francesco Rocca, in carcere a Badu ’e Carros, o se invece accogliere la richiesta dei suoi difensori, di attenuargli la misura e di concedergli gli arresti domiciliari a patto di indossare sempre, tuttavia, il braccialetto elettronico.
Non è la prima volta che gli avvocati di Rocca tentano di spuntarla su questo fronte, ma sinora, in primo grado, la loro richiesta non era stata accolta.