L’accordo ex tessili in un binario morto: pronte nuove azioni
Macomer, a parole sembra tutto a posto ma niente si muove Quasi 500 operai sono senza reddito da un anno
MACOMER. La vertenza dei tessili della provincia di Nuoro che chiedono risposte all’emergenza legata alla fine degli ammortizzatori sociali – che ha creato nuovi disoccupati senza reddito – non ha ancora ricevuto risposte concrete nonostante gli strumenti messi in campo dalla Regione. L’accordo che consente di intervenire c’è da tre mesi, i bandi per attivare gli strumenti sono stati pubblicati e tutti a parole sono pronti a impegnarsi per dargli attuazione, ma la ricaduta è minima e quasi 500 ex tessili, ai quali a fine anno se ne aggiungeranno altrettanti, sono senza reddito da più di un anno. Della situazione di stallo che si è creata dopo l’accordo di agosto si è parlato ieri nel corso delle assemblee dei tessili convocate a Macomer e Ottana. C’erano alcuni sindaci della Planargia, c’era anche il consigliere regionale Gian Franco Congiu – che segue con attenzione e con preoccupazione la vertenza – e c’erano i segretari dei sindacati di categoria, Jose Mattana per la Cgil e Katy Contini per la Cisl, i quali hanno detto che sembra quasi che l’accordo sia finito su un binario morto. La macchina della vertenza, che l’inverno scorso ha visto i lavoratori impegnati con iniziative di lotta e manifestazioni alle quali hanno dato vita con blocchi e volantinaggio sulle principali strade della Sardegna centrale, potrebbe ripartire a breve con l’obiettivo di sbloccare una situazione stagnante che non si riesce a smuovere con le semplici sollecitazioni. I sindacati hanno fatto capire chiaramente che l’accordo di agosto non parte o va troppo piano perché perchè è alimentato con la “benzina” della burocrazia regionale. Tra le soluzioni inserite nell’accordo ci sono i cantieri forestali, strumento che da subito avrebbe dovuto dare ristoro economico ai lavoratori rimasti senza reddito e che invece non decolla. Viene poi limitato ad alcuni comuni, quelli che già avevano i cantieri verdi, e poi rischia di innescare una guerra tra poveri con i lavoratori già in graduatoria che già negli anni scorsi erano stati inseriti nei cantieri contro i tessili che aspirano a entrarci e a essere utilizzati nelle attività per percepire un reddito. Ieri si è parlato di «travaso di disoccupati». Come in una partita di giro che sposta povertà, entrano nei cantieri i tessili e perdono i lavoro gli operai che hanno beneficiato dei cantieri in questi anni. (t.g.t.)