La Nuova Sardegna

Nuoro

L’accordo ex tessili in un binario morto: pronte nuove azioni

L’accordo ex tessili in un binario morto: pronte nuove azioni

Macomer, a parole sembra tutto a posto ma niente si muove Quasi 500 operai sono senza reddito da un anno

31 ottobre 2015
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MACOMER. La vertenza dei tessili della provincia di Nuoro che chiedono risposte all’emergenza legata alla fine degli ammortizzatori sociali – che ha creato nuovi disoccupati senza reddito – non ha ancora ricevuto risposte concrete nonostante gli strumenti messi in campo dalla Regione. L’accordo che consente di intervenire c’è da tre mesi, i bandi per attivare gli strumenti sono stati pubblicati e tutti a parole sono pronti a impegnarsi per dargli attuazione, ma la ricaduta è minima e quasi 500 ex tessili, ai quali a fine anno se ne aggiungeranno altrettanti, sono senza reddito da più di un anno. Della situazione di stallo che si è creata dopo l’accordo di agosto si è parlato ieri nel corso delle assemblee dei tessili convocate a Macomer e Ottana. C’erano alcuni sindaci della Planargia, c’era anche il consigliere regionale Gian Franco Congiu – che segue con attenzione e con preoccupazione la vertenza – e c’erano i segretari dei sindacati di categoria, Jose Mattana per la Cgil e Katy Contini per la Cisl, i quali hanno detto che sembra quasi che l’accordo sia finito su un binario morto. La macchina della vertenza, che l’inverno scorso ha visto i lavoratori impegnati con iniziative di lotta e manifestazioni alle quali hanno dato vita con blocchi e volantinaggio sulle principali strade della Sardegna centrale, potrebbe ripartire a breve con l’obiettivo di sbloccare una situazione stagnante che non si riesce a smuovere con le semplici sollecitazioni. I sindacati hanno fatto capire chiaramente che l’accordo di agosto non parte o va troppo piano perché perchè è alimentato con la “benzina” della burocrazia regionale. Tra le soluzioni inserite nell’accordo ci sono i cantieri forestali, strumento che da subito avrebbe dovuto dare ristoro economico ai lavoratori rimasti senza reddito e che invece non decolla. Viene poi limitato ad alcuni comuni, quelli che già avevano i cantieri verdi, e poi rischia di innescare una guerra tra poveri con i lavoratori già in graduatoria che già negli anni scorsi erano stati inseriti nei cantieri contro i tessili che aspirano a entrarci e a essere utilizzati nelle attività per percepire un reddito. Ieri si è parlato di «travaso di disoccupati». Come in una partita di giro che sposta povertà, entrano nei cantieri i tessili e perdono i lavoro gli operai che hanno beneficiato dei cantieri in questi anni. (t.g.t.)

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