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Criminalità

Detenuto di Desulo in fuga dal carcere: è accusato di due tentati omicidi

di Enrico Ferro
Il carcere Due Palazzi di Padova
Il carcere Due Palazzi di Padova

Antonio Floris era recluso nel penitenziario di Padova. Manca all’appello da venerdì sera

09 novembre 2015
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PADOVA. Stava scontando un lungo periodo di detenzione in carcere per due tentati omicidi a Desulo del 1993 (marito e moglie sfuggirono miracolosamente a un agguato) e grazie alla sua condotta aveva ottenuto il permesso di lavorare con una cooperativa fuori dalle mura del penitenziario. Venerdì sera, però, Antonio Floris, 61 anni, desulese, non ha fatto rientro alla casa di reclusione padovana Due Palazzi. Subito sono state attivate le ricerche: l’indagine sulla sua fuga è stata affidata agli investigatori della Squadra mobile della cittadina veneta. Non è la prima volta che Floris scappa dal carcere. Affidato a una cooperativa, era stato trasferito a Padova proprio per questo motivo, perché si tratta di un penitenziario di massima sicurezza. Alle spalle il pregiudicato barbaricino ha due tentati omicidi e una estorsione.

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Dopo una quindicina d’anni senza intemperanze e con una condotta esemplare era riuscito a ottenere dal giudice di sorveglianza il beneficio di un lavoro. Floris era stato affidato a una cooperativa di via Chiesanuova, dove prestava servizio dal mattino fino al tardo pomeriggio. Da venerdì sera il detenuto non ha mai fatto rientro. La notizia della sua fuga è stata diramata a tutti i livelli ed è stato deciso di affidare il caso alla Squadra mobile di Giorgio Di Munno.

Le ricerche. Gli investigatori della Questura di Padova stanno compiendo tutti gli accertamenti per rintracciare il latitante. Stanno cercando di risalire alla sua rete di contatti, nel tentativo di ipotizzare un nascondiglio, un tragitto, una destinazione.

Pregiudicato di Desulo, Antonio Floris non è nuovo a fughe di questo genere. Nel 1999 la sua latitanza finì a un passo dalla casa natale. Sulla sua testa pendeva la condanna a 16 anni per un duplice tentato omicidio risalente al 1993, quando una coppia del paese, marito e moglie, scamparono miracolosamente a un agguato. Ma più che per quella condanna, Antonio Floris era diventato un “personaggio” perché da latitante scriveva i diari con un codice cifrato. Gli agenti avevano scoperto il suo segreto quando lo catturarono alla periferia di Elmas, alle porte di Cagliari: nel tascapane aveva i diari zeppi di numeri e strani simboli.

Era un codice per ricordare ogni giorno della fuga, le imprese criminali, ma anche per scrivere poesie e descrivere le emozioni provate.

Una passione, quella per la scrittura, che Antonio Floris ha continuato a coltivare anche nel carcere di Padova, dove firmava articoli e interventi per la rivista Ristretti orizzonti (il periodico di informazione di cui era anche redattore) e per altri giornali curati da detenuti sparsi nei vari penitenziari d’Italia. Antonio Floris si era dato una prima volta alla latitanza negli anni Ottanta, dopo aver intuito che sarebbe finito in cella: il cumulo delle pene per reati contro il patrimonio, voleva dire infatti carcere sicuro. Nel 1996 l’arresto alla periferia di Elmas, bloccato dagli agenti della Criminalpol.

Le fucilate. Nel 1993 sparò alcune fucilate contro due agricoltori, marito e moglie, che avevano denunciato la sua presenza (era ancora latitante) vicino al loro podere.

Una scarica di pallettoni per fortuna andata a vuoto, destinata a tappare la bocca a chi aveva osato “tradirlo”. Finito al carcere cagliaritano di Buoncammino e scarcerato per colpa di una custodia cautelare troppo lunga, Antonio Floris era fuggito una seconda volta pochi giorni prima di essere processato per quel tentato omicidio: sedici anni di carcere, la condanna emessa dal tribunale di Oristano il 15 ottobre 1999. Ora questa nuova fuga, che non fa che peggiorare la sua situazione. Manca all’appello da venerdì sera, da quando cioè avrebbe dovuto fare rientro nel carcere Due Palazzi dopo un permesso.

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