La Nuova Sardegna

Nuoro

Le tappe di un cammino insieme

Le tappe di un cammino insieme

Confronti aperti e dibattiti con la coop sociale e i volontari di Ut unum sint

04 dicembre 2015
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NUORO. Prima “Insieme per non dimenticare”, poi “Il travaglio della libertà”. Due tappe dello stesso cammino, lungo un percorso destinato a proseguire nel corso del tempo, tra giornate culturali e confronti aperti, grazie alla Cooperativa sociale e associazione di volontariato Ut Unum Sint. Un progetto che ha già impegnato l’insegnante Teresa Mattu e il giornalista Franco Colomo nel dibattito seguito alla proiezione del film di Ermanno Olmi, “Torneranno i prati”, come pure Salvatore Carotti e Giovanna Deluigi e la dottoressa Danizza Ruiu, prima di una intensa e inconsueta escursione a S’Abba Frisca di Dorgali.

«Il profumo degli alberi, della terra, il colore, gli odori mi hanno stregato – ha scritto Marcello, uno dei detenuti che hanno partecipato all’evento –. È come se fossi ritornato bambino preso dalla sua prima gita scolastica. Finalmente il mare... ho sentito il suo profumo... era lì a due passi da me dopo tanti anni che l’avevo immaginato solo nei sogni».

Poi la seconda tappa: sempre guidati da don Pietro Borrotzu e suor Annalisa, i detenuti si sono misurati con il tema “Il travaglio della libertà: seguendo il pensiero di Dietrich Bonhoeffer”, moderatori don Giuseppe Pani e Caterina Muntoni; il primo, tonarese, docente di Teologia morale all’Istituto superiore di Scienze religiose di Sassari; la seconda, fonnese, sorella di don Graziano, ucciso a Orgosolo, all’alba del 24 dicembre 1998.

«Una donna provata dal dolore – ha scritto Sebastiano, detenuto che ha partecipato alla seconda tappa –. Un dolore che però anziché annientare questa piccola donna e renderla vendicativa verso coloro che hanno ucciso il congiunto e di conseguenza verso tutti coloro che commettono qualsiasi tipologia di reato, ha invece se possibile rafforzato la sua richiesta al rispetto dei diritti dei rei. Ma la signora Caterina, al contrario della nostra letteratura che identifica la donna sarda perennemente alla ricerca di vendetta, con l’offerta di totale perdono agli assassini di don Graziano ammutolisce i presenti, ed è inutile anche da parte dei più increduli tentare di metterla in contraddizione o cercare altre ragioni del suo gesto peraltro condiviso da parte dell’intera famiglia». (l.p.)

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