La Nuova Sardegna

Nuoro

Moro: «Nessun blitz, solo buon senso»

di Paolo Merlini
Moro: «Nessun blitz, solo buon senso»

L’ex vice-sindaco del Pd difende la scelta della giunta Pigliaru di entrare a far parte dell’università e della biblioteca Satta

29 gennaio 2016
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NUORO. Con l’approvazione della legge di riforma sugli enti locali, la Regione mette sotto il suo cappello tre importanti istituzioni culturali nuoresi: museo Man, consorzio per la pubblica lettura Sebastiano Satta e università. La giunta Soddu grida al colpo di mano in particolare per le ultime due, visto che sul Man, museo della Provincia, non ha mai avuto voce in capitolo. Teme la perdita di autonomia delle istituzioni, e parla di un favore tra amici: del Pd, s’intende, cioè tra la giunta regionale Pigliaru e gli ex amministratori comunali nuoresi. L’indizio principale sarebbe proprio nell’ente designato a guidare l’università di cui si parla nell’articolo 40 della riforma. Non un consorzio, come vorrebbe la giunta Soddu, ma una fondazione, guarda caso proprio quella nominata dalla giunta Bianchi prima di lasciare. Fondazione guidata dall’ex sindaco Mario Zidda, del Pd anche lui. «Non è un favore tra amici, né una vendetta del Pd come dice Soddu, ma una scelta sensata», dice Leonardo Moro, vice sindaco e assessore alla Cultura nella giunta Bianchi. Pd pure lui.

Cominciamo dalla fondazione.

«Il Comune di Nuoro continuerà a mantenere il proprio ruolo e le proprie quote, viene sostituita semplicemente la Provincia con la Regione. È un atto di responsabilità. Dal mio punto di vista saliamo di rango, perché viene riconosciuta per legge la validità della nostra università».

Questo potrà significare anche certezza di fondi e maggiore rapidità nel loro trasferimento?

«Me lo auguro, sinora è sempre stata una battaglia per quanto riguarda l’importo annuo. Credo che, riconoscendola in una legge, la Regione faccia realmente propria l’università nuorese. Resta inoltre la possibilità di estendere la fondazione a nuovi soci, siano essi pubblici o privati. Mantenere in vita il consorzio era un’idea anacronistica, come ha stabilito la stessa Regione».

Sta di fatto che la giunta Soddu aveva tutt’altre idee, come dimostra la nomina di Fabrizio Mureddu alla guida del consorzio nonostante Zidda fosse stato appena designato alla guida della fondazione. A proposito, chi resta in carica in questa classica poltrona per due?

«Il presidente dovrebbe decadere insieme al consorzio. La fondazione ha già un suo presidente nella figura di Zidda. Ma non è una questione di poltrone: la fondazione offre più garanzie. Se poi c’è un problema di nomine di persone che non hanno la fiducia dei nuovi amministratori, su questo dovrà decidere il consiglio comunale o il Comune con la Regione».

Comune e Regione sono soci con pari diritti?

«Certo, non dimentichiamo che la Regione subentra alla Provincia che aveva pari dignità con il Comune. Le quote restano uguali. Il Comune ne fa parte con i beni che ha conferito all’università, cioè con una fetta importante del proprio patrimonio. Tra gli altri, ha conferito i locali di via Martin Luther King, sede di scienze forestali. Locali che l’attuale amministrazione ha paradossalmente messo in vendita nonostante fossero già stati conferiti alla fondazione. E poi, a propositodella Regione matrigna, vorrei fare un domanda al sindaco Soddu: perché continua a tenersi ben stretta la poltrona nel Cda dell’Istituto regionale etnografico (la carica prevede un gettone di 35mila euro lordi l’anno, ndr) se la pensa così?».

Va detto che la norma regionale secondo cui una poltrona dell’Isre deve spettare di diritto al sindaco di Nuoro è figlia del centro sinistra, e da Forteleoni in poi ne hanno usufruito tutti i primi cittadini. Polemiche a parte, non salva proprio nulla delle scelte culturali dell’attuale amministrazione?

«Io mi auguro che si riaffermi il buon senso, ma mi pare che le scelte su Mulino Gallisay e Artiglieria dicano il contrario. È stato deciso da tempo che nel primo si dovesse fare il Museo delle identità e nella seconda il campus universitario. A fine anno, la Regione ha ha stanziato 5,800 milioni per il Museo dell’identità, ribadendo quella destinazione. Ne consegue che il campus vada realizzato all’Artiglieria, che per questioni logistiche e urbanistiche resta a nostro avviso la scelta migliore, per non parlare dei fondi già destinati a tale scopo, 3,7 milioni. Altrimenti, mi spieghi la giunta Soddu perché a dicembre ha approvato il progetto di ristrutturazione dell’Artiglieria per la stessa somma. Con la destinazione di campus universitario, ovviamente. Certo, doveva approvarlo altrimenti i finanziamenti sarebbero andati perduti, ma la contraddizione resta».

Del nuovo assetto della biblioteca Satta cosa pensa?

«Anche qui ritengo una soluzione positiva l’ingresso della Regione in prima persona, dopo anni di battaglie in cui si chiedeva a gran voce la sua presenza e per garantire stabilità e continuità di finanziamenti. Un problema trascinatosi a lungo dopo la soppressione delle comunità montane che facevano parte del consorzio Satta, che si sarebbe riproposto con la soppressione della Provincia. Se non la Regione, chi avrebbe potuto farlo? Il Comune stanzia già 297mila euro l’anno per la Satta, non potrebbe fare di più. Vorrei rispondere anche al vice sindaco e mio successore alla Cultura Sebastian Cocco che oggi pensa di spostare al museo Tribu i fondi che il Comune versa da vent’anni alla Satta. Non capisco se sia una provocazione o una rivalsa verso i dipendenti della biblioteca che hanno accolto con favore l’atto della Regione dopo anni di ritardi nel pagamento degli stipendi. Mi sembra proprio fuori luogo».

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