La Nuova Sardegna

Nuoro

PARLIAMONE

Sulle strade non si deve morire così

PIER LUIGI PIREDDA

La quattro corsie per Nuoro è assimilata a un'autostrada ma un toro può pascolare liberamente in mezzo alla carreggiata e provocare un incidente fatale a un giovane di 32 anni

14 febbraio 2016
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Non si dovrebbe morire così a 32 anni. Soprattutto non si dovrebbe morire così su una strada statale a quattro corsie, assimilata a un’autostrada, per aver investito un enorme toro che pascolava tranquillamente in mezzo alla carreggiata nel cuore della notte a poche decine di metri da uno svincolo e a qualche chilometro dalla città capoluogo di una provincia dimenticata, con strade in condizioni disastrose e prive dei minimi requisiti di sicurezza.

Non si dovrebbe morire come è morto qualche giorno Fabio Settembrini, un giovane di 32 anni, che stava correndo con l’auto verso l’ospedale di Nuoro, per accompagnare il cognato che aveva avuto un malore. Ma a pochi chilometri dalla città, quando già in lontananza si vedevanmo le luci, la vita di Fabio si è fermata per sempre. Contro un toro che stava pascolando in mezzo alla strada dopo aver saltato, chissà dove, il basso guardrail. Non si dovrebbe morire così sulle strade, soprattutto in una strada statale, ma nel Nuorese è ancora drammaticamente possibile morire così. É succeso altre volte e succederà ancora: le segnlazioni, le denunce, gli appelli sono sempre caduti nel vuoto. Le strade dalla Barbagia all’Ogliastra sono troppo pericolose e ad aggravare la situazione ci sono gli animali vaganti. Che si possono trovare ovunque: su un tratto a quattro corsie, dietro una curva. Dal bivio di Macomer fino a Nuoro, sia sulla statale 129, sia sulla 131 Dcn.

Stessa cosa da Nuoro a Olbia, passando per Siniscola, sempre sulla veloce 131 Dcn. Per non parlare poi della strada statale 389: una vera trappola per chi non la conosce. Si può incontrare di tutto nei lunghi rettilinei e dietro le curve nella strada che collega Nuoro a Lanusei, all’Ogliastra.

Cinghiali e maiali, soprattutto, ma anche intere mandrie di mucche sdraiate in mezzo alla strada e cavalli pronti a partire al galoppo spaventati non appena sentono il rombo del motore di un auto.

Quella di Fabio Settembrini è un’altra delle tanti croci piantate su strade ormai anacronistiche, prive dei minimi requisiti di sicurezza, spesso al limite della praticabilità.

Strade che contribuiscono all’isolamento delle zone interne e allo spopolamento dei piccoli paesi.

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