La Nuova Sardegna

Nuoro

Un progetto per riconvertire le stazioni e i caselli ferroviari

Un progetto per riconvertire le stazioni e i caselli ferroviari

Macomer sarà il capofila di un’associazione di otto Comuni del Marghine e della Planargia Il finanziamento interesserà la vecchia linea delle complementari sino a Bosa costruita nel 1800

19 marzo 2016
2 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. Macomer è il Comune capofila di un progetto che punta al recupero, riqualificazione e riconversione delle stazioni e dei caselli ferroviari della linea Macomer-Bosa, una delle prime ferrovie a scartamento ridotto costruite in Sardegna. Il progetto, presentato da otto Comuni in forma associata (gli altri sono Sindia, Suni, Tinnura, Flussio, Magomadas, Tresnuraghes e Bosa, quasi tutti quelli serviti dalla vecchia ferrovia, oggi linea turistica del Trenino Verde) porta in dote 4.802.300 euro con i quali si interverrà su cinque stazioni (sei se si conta anche quella di Bosa dove la strada ferrata non arriva più perché in parte è crollata nel fiume) e nei caselli di interesse paesaggistico e turistico ancora disponibili. Si tratta delle vecchie cantoniere che sulla Macomer-Bosa sono rimaste in buono stato. Lungo linea se ne contano 32. Le stazioni e i caselli ferroviari sono edifici storici. Risalgono al 1888, quando la ferrovia venne ultimata ed entrò in funzione. Il progetto ha partecipato al bando dell’assessorato regionale agli Enti Locali intitolato «Erogazione contributi per progettazione e realizzazione opere necessarie alla rifunzionalizzazione di beni del patrimonio disponibile regionale da concedere in comodato d’uso» ed è stato ammesso al finanziamento. Si interverrà con lavori di ristrutturazione e restauro delle vecchie stazioni e caselli liberi da concessioni, che ritroveranno l’aspetto originario. In base alle diverse dimensioni, che non muteranno ma rimarranno come erano in origine, gli edifici potranno essere trasformati in stazioni locanda con ospitalità e ristorazione, in stazioni di posta (simili alle prime con vendita prodotti caratteristici), in stazioni di esposizione con banco ristoro, bookshop, presidio ed esposizione artistica, culturale e naturalistica, o caselli campo base, punto ristoro o caselli baita. Un altro obiettivo non trascurabile del progetto è che con 4,8 milioni di euro arriva anche una boccata d’ossigeno per le imprese edili. «Si tratta di un progetto bellissimo – dice Rossana Ledda, vicesindaco e assessore al turismo di Macomer –. Crea una forte sinergia tra i comuni partecipanti pronti a condividere azioni che valorizzino e rafforzino il territorio anche dal punto di vista turistico. Il progetto, supportato da un ambiente naturale unico, riporterà a vita e profitto gli immobili abbandonati della ferrovia, creerà nuova imprenditoria locale, contribuirà ad arginare lo spopolamento e farà conoscere storia, tradizioni, usi e costumi del territorio. Creerà anche indotto e maggior richiesta di ospitalità per le strutture esistenti. Flora, fauna, archeologia, panorami mozzafiato, mare, campagna, montagna e borghi, attività artigianali, enogastronomia, ospitalità, sagre, appuntamenti religiosi faranno da contorno». Il progetto sarà presentato oggi alle ore 10 a Tinnura nel corso di un incontro al quale parteciperà l’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana. (t.g.t.)

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative