La Nuova Sardegna

Nuoro

Carabiniere investito, in aula i primi testimoni

Carabiniere investito, in aula i primi testimoni

Un trentenne di Orgosolo deve rispondere del tentato omicidio di un militare La difesa ha sempre contestato la ricostruzione dei fatti, accaduti nel 2004

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NUORO. È ripreso ieri di fronte al tribunale collegiale il processo a carico di Mario Francesco Flore, 30enne di Orgosolo chiamato a rispondere del tentato omicidio di un carabiniere. Episodio che risale ormai a quasi dodici anni fa, precisamente alla notte tra il 28 e il 29 maggio del 2004. Stando alle accuse, Flore, a bordo di un’auto rubata insieme al compaesano Francesco Crissantu (all’epoca minorenne), forzò un posto di blocco rischiando di investire il militare che aveva estratto la paletta per imporre l’alt, che riuscì a evitare di essere preso in pieno, ma venne comunque colpito dalla fiancata dell’auto. Ne seguì una sparatoria in cui rimasero feriti i due giovani orgolesi. L’udienza di ieri era dedicata all’audizione di due testimoni dell’accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Andrea Vacca. Il primo ad essere ascoltato è stato il proprietario dell’auto rubata, poi un sottufficiale dell’Arma che era intervenuto sul posto dopo l’accaduto. La seduta è stata aggiornata al 15 giugno, quando sul banco dei testimoni siederà il carabiniere protagonista, suo malgrado, della vicenda.

Secondo quanto riportato dai verbali delle forze dell’ordine, tutto accadde intorno alle 4 del mattino, all’altezza del bivio di Galanoli, a pochi chilometri da Orgosolo. I militari, impegnati in un normale servizio di controllo del territorio, videro all’improvviso una Fiat Uno (risultata poi rubata a Nuoro) che procedeva nella loro direzione a velocità sostenuta. Uno di loro si portò a bordo della carreggiata per estrarre la paletta e intimare l’alt, ma l’auto continuò la sua corsa. Il carabiniere cercò di scansarsi per evitare l’impatto, venendo però colpito di striscio e scaraventato a terra. Nel mentre dalla Fiat Uno, sarebbero stati esplosi anche alcuni colpi di pistola. A quel punto i carabinieri aprirono il fuoco a scopo intimidatorio, come loro stessi dichiararono, ma alcuni proiettili colpirono l’auto, che si fermò in una cunetta a poche centinaia di metri di distanza. Poco dopo, mentre i militari chiamavano rinforzi pensando che gli occupanti si fossero dati alla fuga, videro due giovani che si avvicinavano a piedi verso il posto di blocco. Entrambi erano feriti. Crissantu in modo più grave, raggiunto da un proiettile a un polmone, mentre Flore riportò una ferita a un piede. La ricostruzione dei fatti è contestata dalla difesa di Flore (avvocato Giuseppe Talanas), a cominciare dai colpi di pistola che sarebbero stati esplosi dai giovani orgolesi per coprirsi la fuga, arma che non è stata mai ritrovata. (f.c.)

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