La Nuova Sardegna

Nuoro

Via Trieste, protestano gli abitanti «Date anche a noi la rete del gas»

di Francesco Cabras
Via Trieste, protestano gli abitanti «Date anche a noi la rete del gas»

Sono escluse le abitazioni dall’incrocio con via Brigata Sassari sino alla rotatoria di via Mannironi Un pensionato guida la raccolta delle firme: «È un diritto». E l’azienda chiama in causa il Comune

02 giugno 2016
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NUORO. Aspetta da anni che la rete del gas raggiunga la sua abitazione per potersi allacciare, come da regolare richiesta inoltrata (e pagata) ormai 13 anni orsono. E insieme a lui attendono gli abitanti dell’intero agglomerato che si affaccia sul tratto finale di via Trieste, dall’incrocio con via Brigata Sassari fino alla rotatoria di via Mannironi. Costantino Moi, autista dell’Arst in pensione, dopo aver già cercato di far valere le proprie ragioni in Comune per quella che considera una vera e propria discriminazione, oggi rilancia la sua protesta. «E insisterò fino a che avrò fiato in corpo – annuncia –, finché tutti i cittadini non avranno gli stessi diritti». Agli inizi del 2000, per motivi apparentemente inspiegabili, quel tratto di strada non venne preso in considerazione nel progetto per la posa della tubatura, tagliando fuori dalla distribuzione del gas parte di via Trieste, via Gennargentu, via Marghine e via Unità d’Italia, un intero isolato dove risiedono decine di famiglie.

Quando gli scavi vennero portati a termine, nel 2010, il pensionato si sorprese del fatto che la rete non si estendeva fino al condominio dove abita. E dire che nel 2003, quando l’allora concessionaria di distribuzione del servizio, Nugoro Gas (oggi è la società Isgas), inviò nelle case dei nuoresi una lettera per la domanda di allacciamento (e impegno di fornitura) con allegato bollettino da 35 euro, Costantino Moi aderì convinto alla richiesta e non esitò a pagare il dovuto. Una situazione che visse come una beffa. «Mi rivolsi alla Nugoro Gas per chiedere spiegazioni – racconta – e mi risposero che loro avevano effettuato i lavori come da progetto del Comune e che quindi mi sarei dovuto rivolgere lì per ottenere chiarimenti». Senza fornirgli delucidazioni sui motivi dell’esclusione di quel tratto di strada, l’allora amministrazione, in un primo momento, gli disse che se avesse voluto, avrebbe potuto chiedere il rimborso di quanto versato. «Ma io non volevo nessun rimborso – spiega -, volevo che il gas arrivasse nella mia casa».

Preso atto che il pensionato non intendeva lasciar cadere la cosa, gli venne allora suggerito di raccogliere almeno 15 firme tra i residenti della zona che facevano richiesta di allaccio. «Non ne raccolsi 15 – afferma Moi sventolando la petizione – ma oltre trenta. Eppure nulla si è mosso». Quando si rivolse nuovamente al Comune per far valere le proprie ragioni, gli venne spiegato che in quel momento l’amministrazione non aveva le risorse finanziarie sufficienti per appaltare i lavori: tra i 150 e i 200mila euro per la posa di 250 metri circa di tubature. Lavori che se fossero stati inseriti nel progetto iniziale, avrebbero inciso in maniera nettamente inferiore sul costo totale, suddiviso tra la società di distribuzione e il ministero dello Sviluppo economico.

Chiamata in causa, la società anche oggi ribadisce di aver eseguito i lavori attenendosi strettamente al tracciato che gli è stato fornito. «Noi siamo pronti a fare la nostra parte – dicono i responsabili -, anche domani se il Comune finanzia l’opera». Da parte sua l’attuale amministrazione spiega che intende occuparsi della vicenda. «È una situazione che abbiamo ereditato – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Antonio Belloi -, ora dovremo prima di tutto appurare i motivi che hanno portato all’esclusione dal progetto di quella zona della città. Questo ci consentirà anche di capire se i costi per l’ultimazione della rete ricadano o meno sull’amministrazione. Di certo – conclude – ci muoveremo nell’interesse dei cittadini».

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