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Ottana Polimeri, gli operai: «Ora siamo a rischio povertà»

di Federico Sedda

OTTANA. I lavoratori di Ottana Polimeri potrebbero diventare i nuovi poveri del centro Sardegna se la loro vertenza non sarà risolta nel giro di dieci mesi o, al massimo, entro un anno. A lanciare l'a...

28 giugno 2016
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OTTANA. I lavoratori di Ottana Polimeri potrebbero diventare i nuovi poveri del centro Sardegna se la loro vertenza non sarà risolta nel giro di dieci mesi o, al massimo, entro un anno. A lanciare l'allarme sono gli stessi lavoratori che vedono sempre più avvicinarsi i tempi di scadenza della cassa integrazione.

«La cig straordinaria – fanno sapere – scadrà in tempi brevi. Questo vuol dire che, se la nostra vertenza non sarà risoltala al più presto, anche le nostre famiglie andranno a rinforzare l’elenco delle persone senza reddito e si ritroveranno in mezzo alla strada come altre migliaia di persone in Sardegna che hanno perso il lavoro». L’accorato appello suona più che un allarme soprattutto se si dà uno sguardo allo stato della vertenza di Ottana Polimeri in rapporto alla scadenza della cassa integrazione prevista a ottobre 2017, cioè tra 15 mesi. Un tempo solo apparentemente lungo rispetto al percorso che rimane ancora da fare. «Il nostro futuro – sottolineano i cassintegrati – è legato alla ripartenza a Ottana della produzione del pet che a sua volta è legata all’acquisizione e alla ristrutturazione da parte di Ottana Polimeri di un ramo produttivo dello stabilimento Versalis-Eni di Sarroch, fermo da quasi due anni. Allo stato attuale, però, non sappiamo nulla sulla trattativa per la cessione degli asset di Sarroch. Se la trattativa non dovesse andare in porto la nostra fine sarebbe segnata». Impossibile, infatti, che la cassa integrazione straordinaria possa essere rinnovata per un altro anno senza un piano di riconversione e di ristrutturazione industriale per rilanciare la fuiliera. La strada che si aprirebbe, in questo, caso sarebbe quella del licenziamento con la prospettiva della mobilità o dell’assegno di disoccupazione. Ipotesi drammatiche da respingere in blocco.

«Non vogliamo – dicono – che gli ammortizzatori sociali siano la risposta definitiva al nostro futuro». Ma le preoccupazioni degli operai riguardano anche i tempi di una eventuale acquisizione degli impianti del Campidano.

«I tempi della ristrutturazione – fanno sapere – dovrebbero essere lunghi, allontanando così anche la ripresa produttiva». Da qui la richiesta di riavviare la produzione di Ottana Polimeri importando dal Portogallo la materia prima (l’acido tereftalico) necessaria per a produzione del pet (plastica per bottiglie). «Per farlo – dicono – basterebbe un po’ di coraggio politico e imprenditoriale». Per allontanare così lo spettro della disoccupazione.

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