La Nuova Sardegna

Nuoro

Pestarono ex carabiniere arrestati due minorenni

di Valeria Gianoglio
Pestarono ex carabiniere arrestati due minorenni

Sono ragazzi di Orune che studiano all’Itc: per loro detenzione ai domiciliari Bruno Lettieri: «Aggredivano un’amica e sono intervenuto. Perdonarli? Non ora»

26 luglio 2016
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NUORO. «Perdonarli? Non lo so, forse in futuro lo farò, in fondo sono due bambocci, spero solo che questo serva loro da lezione. Ma quando mi hanno avvisato che li avevano arrestati, che avevano catturato due giovani per la mia aggressione, per un attimo ho pensato a ben altro dal perdono. Perché non riesco proprio a dimenticare che quella mattina, quando sono intervenuto in via Martiri della libertà, quei due stavano aggredendo una donna con un bastone, orinando davanti a lei e dicendole parole che è meglio non ripetere. Come si fa a far finta di niente di fronte a fatti del genere? Ditemi come si fa?».

«In tanti mi sono stati vicino». Camicia a righe che non riesce a nascondere il tutore che sostiene la clavicola rotta, viso che tradisce il complesso miscuglio di sentimenti ed eventi delle ultime settimane, Bruno Lettieri ha appena finito di pranzare ed è seduto sul divano, ma il suo cellulare non smette di trillare. «Sono i miei ex colleghi che mi chiamano – spiega, quasi per scusarsi – da quando è avvenuto l’episodio è sempre così, e non posso che ringraziare tutti, di questa vicinanza. Ma in particolare ringrazio i carabinieri della compagnia di Nuoro e la questura che mi sono stati vicini e hanno svolto indagini scrupolose per risolvere il caso».

La notifica delle ordinanze. Qualche ora prima, infatti, i carabinieri della compagnia di Nuoro e la polizia, con gli agenti della squadra volante, si erano diretti a Orune e avevano bussato alle porte di due abitazioni. In mano, due ordinanze che disponevano la misura della permanenza in casa firmate dal gip del tribunale dei minori di Sassari, Maria Stefania Palmas, su richiesta del pm Luisella Fenu. I destinatari di quelle ordinanze erano proprio i due minorenni che secondo la ricostruzione dell’accusa, lo scorso 10 giugno, all’interno di un cortiletto di via Martiri della libertà, avevano aggredito e picchiato con un bastone il maresciallo dei carabinieri in congedo, Bruno Lettieri. Il movente? Tanto semplice, quanto disarmante: l’ex maresciallo stava cercando di difendere un’amica che stava riprendendo due ragazzi ubriachi mentre si svuotavano la vescica nel cortiletto della sua casa. E una volta scoperti, non paghi, i due l’avevano anche apostrofata con una selva di parolacce: «Vuoi guardare? P... dove vai? Non chiamare nessuno».

«Stavo difendendo un’amica». «Credimi – dice, ieri pomeriggio, Bruno Lettieri – quando ho visto quella scena mi è salito dentro qualcosa che non avrei mai potuto fermare. Un profondo senso di disgusto, perché nessuna donna deve essere trattata a quel modo. Sono intervenuto, mi sono qualificato come carabiniere, speravo così di risolvere la cosa. Ma quelli non si sono fermati, erano due ragazzetti ma non si sono fermati. Mi hanno colpito con un bastone, approfittando del momento nel quale cercavo di tenere d’occhio la mia conoscente, perché ero preoccupato per lei». «C’ero anche io, quella mattina – racconta la moglie Graziella Manca – ero ancora su, a casa della nostra amica, quando ho sentito le urla. Quando sono scesa, nel cortiletto, era già quasi tutto finito».

Quarantacinque giorni di cure. Secondo quanto è stato ricostruito nel corso delle indagini Lettieri, in quella manciata di minuti, viene prima colpito con una tavola di legno sulla spalla, che gli spezza la clavicola, cade a terra, poi viene colpito con un calcio in pieno volto e con un bastone sulla mano. «Gli sono stati refertati 45 giorni di cure», precisano carabinieri e la polizia che hanno seguito l’indagine. Eppure, nonostante tanta violenza subìta, nonostante i dolori fisici che ancora prova, nonostante i mille pensieri che occupano la sua mente, Bruno Lettieri dice che davvero, non avrebbe potuto comportarsi diversamente. «In 27 anni di carriera nell’Arma – dice – ho spesso avuto a che fare con ragazzi balordi, ma questi non so definirli. So solo che se la stavano prendendo con una donna anziana e non ci ho visto più. Sono contento che li abbiano presi, e per questo ringrazio i miei colleghi carabinieri e gli agenti della questura».

«Hanno cercato di confonderci». «Quando, qualche settimana fa, siamo andati a casa di uno dei sospettati per sequestrare gli indumenti che avevamo visto dalle telecamere – ha spiegato il comandante Alessio Falzone – ci ha colpito il fatto che non a caso quegli indumenti erano già stati lavati ed erano stesi. Uno dei due ragazzi, poi, si era completamente rasato i capelli e si era persino messo gli occhiali. Stava evidentemente cercando di modificare i suoi tratti somatici. Ma siamo riusciti comunque a concludere le indagini».

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