Balneazione vietata a Cala Gonone esposto alla Procura
Dorgali, la giunta chiede verifiche su cause e responsabilità «Oltre l’Arpas stiamo predisponendo una serie di prelievi»
DORGALI. Era stata annunciata come un’estate eccezionale e in effetti così si sta rivelando, anche se per alcuni versi in modo negativo: da una parte la spiaggia centrale chiusa per due volte alla balneazione; dall’altro il limite di velocità sulla strada che porta a Cala Gonone. Per non parlare poi dei ritardi della Regione sul piano di sicurezza per la balneazione iniziata in gravissimo ritardo. Ma ieri sul problema della balneazione è intervenuta, con una nota, la giunta comunale presieduta da Itria Fancello: «Ci è giunta notizia di alcuni lavoratori del porto che accusano sintomi da infezione – scrivono nel comunicato – Cogliamo l’occasione per fare il punto della situazione. Già all’epoca della prima comunicazione Arpas – continua la giounta – abbiamo inviato alla Procura della Repubblica un esposto (data 19 luglio 2016) nel quale, oltre a segnalare l’accaduto, è stato chiesto che vengano accertate le cause e le eventuali responsabilità. In questi giorni stiamo predisponendo autonomamente una serie di prelievi e relative analisi allo scopo di individuare eventuali punti nei quali questo inquinamento è più elevato, per cercare di risalire alle cause che lo hanno determinato. Parallelamente stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni relative ai disservizi della rete fognaria, che potrebbero aver contribuito alla situazione attuale. Tutto quanto emergerà da queste attività verrà trasmesso in Procura, a supporto dell’esposto già inviato. Per quanto riguarda la tutela sanitaria dei lavoratori del porto – conclude la nota stampa – il Comune ha emesso divieto di balneazione in tutta la spiaggia centrale, che è anche quella dove gli ormeggiatori e noleggiatori di gommoni operano. Non abbiamo ritenuto opportuno intervenire per limitare anche l’operatività delle attività economiche, visto che siamo in piena stagione turistica. Confidiamo nella massima attenzione da parte dei lavoratori nell’evitare di entrare in contatto con l’acqua, e, se necessario, nel dotarsi di opportuni dispositivi di protezione».