La Nuova Sardegna

Nuoro

Camere di commercio la Uil: accorpamenti e tagli, disegno suicida

NUORO. «Il disegno organizzativo e le ipotesi di tagli al personale delle Camere di commercio sono inaccettabili, perché così si attacca un soggetto che in questo periodo di crisi ha sostenuto il...

30 luglio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Il disegno organizzativo e le ipotesi di tagli al personale delle Camere di commercio sono inaccettabili, perché così si attacca un soggetto che in questo periodo di crisi ha sostenuto il sistema produttivo nuorese ed è stato elemento di coesione sociale». Parole di Raffaella Murgia, segretario provinciale del sindacato Uil Funzione pubblica, in merito ai contenuti del decreto delegato della riforma Madia sulle Camere di commercio.

«Si profila – scrive – un vero e proprio attacco al sistema camerale e ai servizi alle imprese. Si parla di un taglio del personale del 15 per cento (pari a circa mille lavoratrici e lavoratori) per tutte le Camere di commercio e del 25 per cento al personale di back office delle nuove Camere derivanti da accorpamento. Tutto ciò è inaccettabile, sia per i lavoratori che per il tessuto produttivo locale, e per questo il sindacato ed i lavoratori sono nuovamente pronti ad una mobilitazione durissima».

«La pesante misura sul personale – continua la Cisl – aggiungendosi alla riduzione delle risorse e delle funzioni camerali, finirebbe con l'affossare l'intero sistema.Per la Uil - Fpl ancora una volta le politiche messe in campo sui servizi pubblici sono dettate da un solo criterio: tagli lineari, dalle risorse al personale, senza nessuna considerazione per realtà, come nuoro, che si distinguono per la loro efficienza ed efficacia sul territorio e così non si fa altro che replicare, per questa via, l'incertezza occupazionale, l'impoverimento dei servizi ai cittadini e alle imprese».

Nel caso delle Camere di commercio, prosegue il sindacato, con un taglio lineare di questo tipo non si otterrebbe alcun risparmio sulla finanza pubblica o beneficio per l'economia, considerato che le Camere sono finanziate essenzialmente con il diritto annuale versato dalle imprese. «Sul sistema camerale – conclude il sindacato – sembra in atto un proposito persecutorio e ambiguo, quasi a voler ridurne le funzioni pubbliche di imparzialità e presidio di legalità, funzioni che potrebbero poi essere lasciate al mercato».

Primo piano
Il caso

Sassari, il corso di teoria queer diventa un caso nazionale: scontro alla Camera e un deputato espulso

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative