La Nuova Sardegna

Nuoro

Celebrazioni deleddiane, primi intoppi

di Valeria Gianoglio
Celebrazioni deleddiane, primi intoppi

Braccio di ferro tra Comune e Isre durante la prima serata, nel giardino del museo: nulla osta per appena 50 spettatori

01 agosto 2016
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NUORO. C’è chi non usa mezzi termini e lo definisce uno sgambetto istituzionale, chi, cercando di allontanare i toni troppo duri, preferisce chiamarla «una banale mancanza di buonsenso», e chi spiega che stavolta, a differenza di altre, si è deciso di applicare alla lettera una norma che invece avrebbe potuto essere aggirata senza problemi. Le manifestazioni per celebrare Grazia Deledda sono appena cominciate e con esse, immancabili, sono già scoppiate le prime polemiche riguardo gli spazi scelti per ospitarle, l’organizzazione, l’aspetto comunicativo. Ad accendere la miccia delle critiche è stato negli ultimi giorni lo spazio scelto dal Comune e dagli organizzatori per ospitare l’evento di avvio delle celebrazioni deleddiane: il giardino della casa natale del premio Nobel nuorese, nel cuore dello storico rione di Santu Predu.

Succede, infatti, che alla serata di apertura, venga dato il permesso per entrare e assistere alla conversazione letteraria tra Maria Giacobbe e Giorgio Todde, a sole 50 persone. Cinquanta, non una di più e non una di meno, e con tanto di bigliettino distribuito da alcuni sorveglianti. Chi abbia deciso tutto ciò è presto detto: l’Isre, che gestisce la casa museo di Grazia Deledda, nei giorni precedenti all’evento, avvisa gli organizzatori e ricorda loro che in base alle norme di sicurezza, quello spazio può ospitare al massimo 50 persone. Il Comune capisce e cerca di aggirare l’ostacolo: il sindaco Andrea Soddu e l’assessore alla Cultura, Sebastian Cocco, decidono di assumersi loro, attraverso un documento, la responsabilità delle presenze alla serata. E chiedono all’Isre, però, di aprire anche il portone che si affaccia sul giardino della casa: in questo modo, di fatto, si sarebbe creata una seconda eventuale via di fuga, e le presenze alla serata sarebbero potute essere ben più di 50. Ma all’avvio dell’evento, le cose prendono una piega diversa. «L’Isre non ha aperto il secondo portone – spiega l’assessore Cocco – hanno voluto applicare rigidamente il regolamento consentendo l’accesso a sole 50 persone numerate, così molte persone sono rimaste fuori, cosa che non è stata fatta per altri eventi. Ho l’impressione che ci vorrebbe più elasticità nei rapporti con le istituzioni. Siamo comunque molto contenti che tante persone erano presenti, e che quelle che purtroppo non sono potute entrare abbiano affollato l’incontro successivo: la rappresentazione della Via del male a Casa Buscarini». «L’Isre si è dimenticato che la serata con Maria Giacobbe e Giorgio Todde non era un rave party – spiega Marina Moncelsi, che come presidente dell’Istasac gestisce l’organizzazione di alcune iniziative del percorso deleddiano –sì, ci avevano avvisato che le presenze non dovevano superare le 50, per questioni di sicurezza, ma avevamo detto che avremmo gestito noi gli ingressi, e invece alla fine si sono presentati loro, a distribuire ingressi numerati. Bisognava considerare, invece, che si trattava di posti fluttuanti. E poi la sicurezza non si rispetta lasciando i portoni chiusi. L’Isre ha voluto applicare rigidamente le norme, quando bastava un po’ di buonsenso». «Ma chi ha criticato la location, ritenendola non adatta all’evento – precisa ancora Marina Moncelsi – non ha considerato che Nuoro non abbonda di spazi adatti e con i certificati in perfetta regola. Abbiamo scelto casa Deledda per cominciare perché è un luogo carico di simboli e di significato. Era un modo per abbracciare idealmente Maria Giacobbe, che in quel giardino ci ha trascorso tante giornate di infanzia».

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