La Nuova Sardegna

Nuoro

Chiesa di San Nicola in “gabbia” per lavori di ristrutturazione

di Federico Sedda

Ottana, l’edificio in trachite nera fu cattedrale della Diocesi Il tempo e l’incuria hanno creato lesioni e crepe sui muri

22 agosto 2016
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OTTANA. A vederla ingabbiata lassù, dentro quella impalcatura in ferro alta e lunga, sembra ancora più maestosa e austera. A osservarla, poi, dalla grande scalinata che sale verso il poggio, la facciata alta e stretta in trachite nera che si staglia verso il cielo, lascia intravedere solo spezzoni di archi e piccoli rombi decorativi che sembrano tessere di un mosaico architettonico solo apparentemente ferito dal peso degli anni. Sì, perché quella chiesa carica di secoli mantiene il suo fascino anche quando la osservi a spezzoni chiusa dentro una gabbia gigante.

Così si presenta, in questi giorni, agli occhi degli ottanesi e dei numerosi visitatori, la chiesa di san Nicola, un tempo cattedrale della diocesi che fu, e oggi fiera e poderosa chiesa parrocchiale di Ottana, tappa obbligata dell’itinerario romanico in Sardegna e nel Mediterraneo. Non solo. Al di là della storia, l’antica diocesi è ritornata a esistere anche come titolo vescovile registrato nell’Annuario ufficiale delle diocesi del Vaticano da dove venne cancellata nel 1503 dal pontefice Giulio II. Un decreto di papa Giovanni Paolo II, emesso a ottobre del 2004, ha, infatti, istituito la cosiddetta titolarità vescovile dell’antica sede diocesana ottanese.

Questo significa che la diocesi continua a esistere quale titolo (vescovo di Ottana) da attribuire, di volta in volta, a un ecclesiastico di rango, ma non esiste, invece, come sede vescovile vera e propria. Fuori dal linguaggio canonico, significa che un prelato della Chiesa potrà fregiarsi del titolo onorifico di vescovo di Ottana. La stessa cosa accade, in Sardegna, per l’antica diocesi di Galtellì. La storia canonica, da queste parti, è ricca e profonda. La diocesi di Ottana venne istituita, secondo alcuni storici, intorno al 960.

L’ultimo vescovo fu monsignor Pietro Parenti. Dopo la soppressione, la sede diocesana ottanese venne trasferita ad Alghero nel 1504, con il consenso dell’allora arcivescovo di Sassari, Antonio Canu. Da allora cominciò la lenta decadenza. Ora, l’opera di restauro avviata in questi giorni, completerà, anche materialmente, il ritorno all’antico splendore storico e spirituale della cattedrale. L’impalcatura esterna è stata sistemata per eseguire i lavori di ristrutturazione e di consolidamento della facciata e del perimetro esterno dell’edificio. Il tutto per eliminare le lesioni e le crepe che il tempo e l'incuria hanno provocato alla struttura muraria della chiesa dedicata a san Nicola di Mira. All’interno verranno consolidate le parti delle capriate in legno colpite dalle termiti. I lavori sono stati finanziati con 180 mila euro messi a disposizione dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana che ha guardato con un occhio di riguardo alla storia e alla struttura architettonica della cattedrale di Ottana. Il progetto, invece, è stato eseguito dall’architetto di Orani Angelo Ziranu che da anni fa parte della “Grande officina tecnica” della Sagrada Familia di Barcellona. I lavori, approvati dall'amministrazione comunale, vanno avanti sotto gli occhi esperti e scrupolosi del parroco, don Sebastiano Corrias, responsabile dei beni culturali della diocesi di Nuoro. Per la chiesa di san Nicola si tratta di un intervento atteso da anni.

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