La Nuova Sardegna

Nuoro

Oliena, sciopero in piazza per il diritto allo studio

di Stefania Vatieri
Oliena, sciopero in piazza per il diritto allo studio

Alunni, insegnanti e genitori insieme davanti al palazzo municipale del paese Il provveditorato: «Ma alle medie non si può fare una terza classe prima»

24 settembre 2016
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OLIENA. Alle 8,30 la piazza del Comune era già piena. Zeppa di studenti, insegnanti e genitori provenienti da tutte le scuole del paese per manifestare in difesa del diritto all’istruzione. Un diritto che le famiglie dei 51 studenti che quest’anno sarebbero dovuti entrare nella prima media della scuola di via Italia, a distanza di quasi due settimane dal suono della prima campanella, si vedono ancora e ripetutamente negato. «Sono passati dieci giorni dall’inizio della nostra protesta contro questa scandalosa vicenda e ancora i nostri figli non sono stati messi nelle condizioni di poter varcare i cancelli della loro nuova scuola» spiegano a gran voce alcuni genitori durante la manifestazione. Il nodo della discordia, che sembra non trovare soluzioni, ruota attorno al criticato numero di studenti distribuiti dall’ufficio scolastico provinciale nelle classi prime della scuola media del paese: 24 nella classe con il tempo normale e 27 in quella con il prolungato. Numeri, che secondo gli insegnati, i genitori, il sindaco e una nutrita schiera di assessori e specialisti del settore sarebbero inadeguati se rapportati alle allarmanti criticità sociali e giovanili del piccolo paese ai piedi del Corrasi.

«Comprendo e capisco la preoccupazione delle famiglie che cercano in tutti i modi il benessere dei loro figli – spiega al telefono Francesco Del Rio, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Nuoro —. Ma come già ho detto e spiegato personalmente ai genitori, non ci sono i presupposti normativi perché venga attivata una terza sezione di prime – sottolinea –. Il disagio giovanile sul quale si battono gli amministratori comunali e le famiglie stesse è un elemento estraneo alle nostre valutazioni ed è alla luce di questo che sono stato costretto a non accogliere l’istanza – aggiunge Del Rio –. Sta di fatto che come è già successo in qualche altro Comune italiano, che per necessità interne aveva bisogno di classi a bassissima frequenza, c’è la possibilità di donare alla scuola i fondi necessari per la nuova classe (40mila euro all’anno) che il dirigente scolastico può gestire in autonomia». Dello stesso avviso anche il direttore dell’ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani, che nel corso di una lunga telefonata intercorsa ieri mattina con l’assessore comunale all’Istruzione Donatella Medde ha ribadito la totale assenza dei parametri per costituire la classe. «Lo sappiamo benissimo che non ci sono i numeri – ha commentato amaramente Medde –. Noi infatti contestiamo i parametri nazionali perché dietro i numeri ci sono dei bambini. La richiesta arriva dopo aver riscontrato già nelle classi elementari, di appena 18 alunni, gravi problematiche che spesso non consentivano il proseguo sereno delle lezioni, immaginiamoci ora che sono tutti insieme in una classe».

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