La Nuova Sardegna

Nuoro

Orani, sigilli alla miniera

Orani, sigilli alla miniera

Il riesame di Sassari conferma il sequestro della cava di talco Cuccuru Mannu

28 settembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





ORANI. La procura della Repubblica di Nuoro indaga per disastro ambientale sull’attività estrattiva di una cava di Orani in località Cuccuru Mannu.

I carabinieri del Nucleo ecologico di Sassari hanno acquisito documenti in Regione, dal Comune e dalla ditta che nella cava del centro barbaricino estrae i feldspati destinati alle aziende del viterbese, dedite alla produzione di sanitari. La cava è sotto sequestro dal mese di luglio.

L'inchiesta era nata un anno fa nel Lazio quando a seguito di alcuni accertamenti era emersa la presenza di tremolite d’amianto nei feldspati estratti in Sardegna e lavorati dagli operai delle aziende di stoccaggio di Viterbo.

Gli impianti di stoccaggio laziali erano stati posti sotto sequestro dalla procura viterbese, mentre a luglio la procura di Nuoro aveva aperto un’inchiesta per disastro ambientale facendo scattare i sigilli sull’impianto, ora confermati anche dal tribunale del Riesame di Sassari.

Allora anche una relazione dell’Arpas aveva certificato la presenza della fibra tossica nei minerali estratti a Orani.

I risultati delle verifiche effettuate dall’Agenzia regionale avevano infatti confermano – a circa un anno dall’inizio dei controlli – quanto era già emerso dagli accertamenti effettuati dall’Azienda sanitaria di Viterbo e dal Politecnico di Torino.

Questi giorni un ulteriore passo avanti nelle indagini da parte del nucleo operativo ecologico di Sassari che ha acquisito documenti dalla Regione, dall’Arpas, dal Comune di Orani e dalla ditta Maffei che aveva avuto in gestione le cave proprio dalla Regione.

La stessa ditta sin da subito aveva incaricato un approfondimento al Cnr di Cagliari per fare chiarezza sulla presenza di tremolite di amianto all’interno dello stabilimento estrattivo isolano. Per la stessa Regione che aveva affidato in concessione la cava di Orani, il problema tremolite sembrava non potesse presentarsi. Dal Piano delle attività estrattive, infatti, non risultavano tracce di amianto.

L’inchiesta portata avanti dalle due procure di Viterbo e di Nuoro servirà a chiarire se la quantità di amianto sia dannosa per la salute delle persone che sono entrate in contatto con la fibra tossica, pare già causa di diverse morti sospette nell’area industriale di Ottana.

Primo piano
L’allarme

Auto in fiamme, spaccate e vandali: le notti da incubo a Sassari

Le nostre iniziative