La Nuova Sardegna

Nuoro

l’ultimatum sui rifiuti speciali

Bonifiche, ancora 2 mesi di tempo

di Federico Sedda
Bonifiche, ancora 2 mesi di tempo

Il sindaco di Ottana intima alle aziende di risanare le aree inquinate

07 ottobre 2016
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OTTANA. «Nel sito industriale non c'è solo amianto, che allo stato attuale è il materiale più pericoloso e che purtroppo è stato respirato per anni da centinaia di lavoratori, ma ci sono anche altri rifiuti che mettono a rischio la salute di cittadini e lavoratori e che, in mancanza di bonifiche serie e approfondite, compromettono qualsiasi tentativo di dare al territorio un nuovo sviluppo». Il sindaco di Ottana, Franco Saba, ha fatto delle bonifiche industriali un cavallo di battaglia. «Senza il risanamento ambientale – dice – è impossibile parlare di nuove iniziative imprenditoriali in grado di creare occupazione anche in settori diversi dall'industria». Così, non solo per mettere le mani avanti di fronte agli obblighi che la legge impone ai sindaci quali responsabili della salute pubblica, Saba ha emesso un'ordinanza che obbliga le aziende che hanno inquinato a rimuovere i rifiuti entro il 30 novembre prossimo: «Il mio è un provvedimento che ha soprattutto lo scopo di fare uscire allo scoperto le aziende che hanno lasciato una situazione ambientale pericolosa, con un elevato rischio di inquinamento per il suolo, il sottosuolo, l'aria e l'acqua».

L'ordinanza è stata notificata alle aziende che hanno operato nell'area di Ottana o che hanno rilevato alcuni capannoni dismessi (e inquinati) per avviare nuove attività nel settore del riciclo della plastica o dell'energia rinnovabile. Le aree individuate sono l’ex Montefibre, dove peraltro si è riscontrata la maggiore presenza di amianto, l'ex Minitow, del depuratore consortile e del parco serbatoi. I destinatari dell'ordinanza sono, invece, o proprietari delle aree inquinate o i responsabili dell'inquinamento: Montefibre (società in liquidazione che ha abbandonato Ottana nel 2003), Wd Green Sardinia (proprietaria dell'ex Minitow e consociata di Ottana Polimeri nel progetto per il riciclaggio della plastica), il Consorzio industriale provinciale, la Delmotorres (impresa esterna titolare dei lavori di smaltimento del depuratore industriale) e Invitalia, l'agenzia del ministro dello Sviluppo economico incaricata di realizzare i piani di caratterizzazione ambientale.

Ma l'ordinanza non basta. Il problema delle bonifiche del sito di Ottana ha anche un aspetto di rilevanza nazionale. A sollevare la questione è il deputato Bruno Murgia che ha presentato anche un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. «La verità – dice il parlamentare – è che per attuare le bonifiche nel sito di Ottana non ci sono fondi. Questo dipende dal fatto che la zona industriale del centro Sardegna non è stata riconosciuta area industriale di interesse nazionale, i cosiddetti Sin che in Italia sono 57. In Sardegna gli ettari considerati inquinati sono 450mila e Ottana non fa parte di questi. C'è quindi da risolvere un grosso problema che passa dal riconoscimento del disastro ambientale perpetrato ai danni del centro Sardegna».

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