Costumi e gioielli della tradizione
Tortolì, l’esperienza di un giovane ricercatore sulle orme dei racconti della nonna
Una grande passione per le tradizioni sarde, ma soprattutto per i costumi e i gioielli. Un amore che gli ha trasmesso la nonna e che Michele Prestifilippo ha coltivato negli anni fino a farlo diventare quasi un lavoro, visto che la ricerca degli antichi costumi e dei preziosi oggetti che arricchiscono gli abiti l’ha portato a girare la Sardegna e anche a fare qualche viaggio all’estero. Scialli, sete, broccati, orbace, botoni, fermagli, amuleti, anelli tutto ciò che si collega alla tradizione sarda. «Ho cominciato quand’ero un bambino – ha raccontato Michele Prestifilippo, che ora ha 27 anni – ascoltando i racconti di mia nonna e delle mie zie. Così ho cominciato le ricerche attraverso le poche memorie fotografiche che sono riuscito a reperire. Soprattutto, mi ero reso conto che l’abbigliamento tradizionale sardo andava perso poichè in Ogliastra, ma un po’ in tutta la Sardegna, c’era l’usanza di sepellire gli anziani con i costumi del paese d’origie. Ho così cominciato un delicato lavoro di recupera andando a trovare chi conservava ancora qualcosa a casa, a cominciare dai miei familiari. Altri li ho aquistati, ma molti oggetti e scialli mi sono stati regalati da famiglie generose». Persone che hanno capito che negli occhi di Michele c’era una grande passione nel volerli custodire e restaurare per per farli conoscere. Spille, rosari, anelli, camicie, gonne, scialli, stoffe antiche, scarpe ormai introvabili, che grazie all’aiuto di abili artigiani è riuscito a sistemare. E, grazie alle memorie fotografiche, è riuscito a riprodurre corpetti e altri indumenti. Che ora vorrebbe mettere in mostra e per questo spera che il Comune si faccia avanti.